A Gallese ritorna il festival dedicato a Marco Scacchi, gloria musicale del XVII secolo

Duo Arparla
di Carlo Maria Ponzi
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Venerdì 7 Ottobre 2022, 05:40

A settembre si sono ascoltate le armonie barocche di Alessandro Stradella (nato a Nepi nel 1643; morto a Genova, assassinato, nel 1682), grazie all’omonimo festival che ha spalmato la programmazione tra Nepi, Civitella d’Agliano, Celleno, Caprarola, Viterbo etc.. Ora Stradella consegna il testimone a un’altra gloria della musica barocca nato in terra di Tuscia: Marco Scacchi, nato a Gallese nel 1602 e ivi scomparso nel 1662. E proprio la cittadina dell’agro falisco celebra, da vent’anni a questa, un compositore prolifico (scrisse messe, madrigali, mottetti) con un festival che ha sempre vantato esecutori di vaglia, sia italiani che stranieri.

Dopo lo stop causato dalla pandemia da Covid.19, la rassegna riprende il suo cammino da sabato 8 ottobre alle ore 10 con “Io Marco Scacchi Romano, cittadino di Gallese”, lettura per bambini dedicata al musicista gallesino a cura degli operatori del Servizio Civile Universale. Nel pomeriggio alle ore 17, 30 con il Duo “Arparla” composto dal duo italo-irlandese Davide Monti, violino barocco e Maria Christina Cleary, arpa doppia. Il concerto, denominato “Il mondo fa il suo giro”, dal nome della sonata di Angelo Berardi, allievo di Marco Scacchi, vedrà come protagoniste le musiche degli stessi Berardi e Scacchi, nonché di Leoni, Uccellini, Frescobaldi e M. Rossi. “L’obiettivo della coppia italo-irlandese – spiegano gli organizzatori è chiaro: usare la musica come mezzo per parlare e comunicare con gli altri, sfruttando le sonorità morbide dell’arpa e la gamma espressiva di colori del violino”.

Domenica 9 ottobre, si srotolerà la storia del festival attraverso un incontro al Museo Civico di Gallese per rendere i giusti onori a compositore attivo in Polonia tra il 1623 e il 1649, periodo in cui ricoprì la carica di maestro della Cappella Reale alla corte di Ladislao IV, ma anche a Vilnius in Lituania.

Sotto la sua direzione la cappella di corte raggiunse il massimo splendore, grazie a composizioni, prevalentemente sacre, tra le quali spiccano uno dei primi oratori, S. Cecilia (1637), due libri di madrigali, un libro di messe, nonché l’opera “Le nozze di Amore e Psiche”.

«“Anche quest’anno siamo riusciti a dare continuità al Festival – è il commento del vice sindaci Amedoro Latini – e questa della XX edizione è occasione per ricordare delle edizioni passate e di quanti si sono spesi affinché riuscissero nel migliore dei modi. Quest’anno inoltre i ragazzi del Servizio Civile Universale hanno preso l’impegno di far conoscere il nostro illustre cittadino e musicista ai bambini affinché questa tradizione prosegua nel tempo».

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