«A mia figlia disabile servono cure dentali urgenti ma la Asl non mi risponde»

«A mia figlia disabile servono cure dentali urgenti ma la Asl non mi risponde»
di Simone Lupino
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Giovedì 12 Gennaio 2023, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 12:28

“Mia figlia non mastica più e io non so che cosa fare”. Si dichiara "esasperata" e "triste" T. P., madre di una 30enne disabile che da quasi un anno sta cercando di ottenere dalla Asl di Viterbo le cure odontoiatriche di cui la figlia ha urgente bisogno. Prestazioni che sono contemplate in una delibera del direttore generale (1418 dell'agosto 2018) per tutti i soggetti vulnerabili, sia per condizione sociale (chi ha redditi particolarmente bassi) che sanitaria. Oggi risulta che quel servizio esiste solo sulla carta. O meglio, è attivo, escluse però le persone fragili "non collaboranti".
“Mia figlia non sta seduta sulla sedia e non apre neanche la bocca se non vuole”, racconta ancora la madre.

Secondo indicazione dettate dal Ministero della Salute è uno dei “pazienti che per fragilità e/o vulnerabilità sanitaria o disabilità psichica, fisica e/o sensoriale non sono in grado di collaborare alla prestazione sanitaria/odontoiatrica”. E i per i quali “gli accertamenti diagnostici ed i percorsi di cura vanno eseguiti in sedazione o in anestesia generale”. Una condizione che in base ad uno studio toccherebbe solo nella Tuscia 450 persone.

“Negli anni passati per le cure odontoiatriche di mia figlia siamo andati in Umbria, poi il regime sanitario oltre regione non lo ha più consentito, così ci siano dovuti rivolgere a ospedali e strutture di Roma, ma nella capitale i tempi di attesa sono biblici”. La 30nne invece ha bisogno di trattamenti costanti, per i quali, ogni volta, deve essere sottoposta ad anestesia totale: “Non solo in caso di un intervento, ma anche per la semplice pulizia dei denti, fondamentale per evitare che alla lunga insorgano carie”.

La scoperta che a Viterbo poteva esistere un servizio simile è avvenuta per caso lo scorso marzo.

Ma la felicità è durata poco. “Servizio contemplato, ma per i casi come quello di mia figlia non offerto. Siamo risaliti alla delibera di riferimento: immediatamente eseguibile, c'è scritto. Con quella in mano ho iniziato una serie di telefonate per capire come stavano le cose. Alla Asl hanno preso in carico il caso, ma nonostante più contatti e varie promesse, la situazione non si è ancora sbloccata”. Non si capisce se il problema sia legato alla carenza di attrezzature o personale. Il 23 novembre T. P. ha inviato anche una lettera al direttore generale della Asl: “Ma sono passati quasi due mesi e non ho avuto riscontro. L’aspetto abbastanza grottesco è che questo servizio viene anche pubblicizzato sul sito dell’azienda”. E in effetti è così: “Assistenza odontoiatrica: prego… un sorriso”, si chiama.

“Vedere una figlia, non riuscire a consumare un pasto, perché ha moltissime carie, che un dentista normale non può curare, in quanto non collaborante, mi lascia veramente rattristata". L'appello: "Chiedo solo che la Asl le garantisca il diritto a queste cure primarie, a lei e a tutte le persone nelle stesse condizioni”, conclude la donna.

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