Saviano: «Quando il San Paolo fece il tifo per Maradona in Italia-Argentina»

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A 2 anni dalla morte di quello che per molti è il più grande calciatore di tutti i tempi Feltrinelli Real Cinema presenta in anteprima assoluta alla Festa del Cinema di Roma 2022 nella sezione “Freestyle” “Daniel Pennac: Ho visto Maradona!”, documentario che racconta l’indagine creativa e surreale dello scrittore francese sull’impatto emotivo del mito Maradona nell’immaginario collettivo. La proiezione, alla presenza dello stesso Daniel Pennac e del regista Ximo Solano, è prevista domenica 16 ottobre alle ore 16.00, presso l’Auditorium Parco della Musica, sala Petrassi.

L’idea di questa indagine nasce nello scrittore francese la mattina del 25 novembre 2020, quando, al suo risveglio, trova Demi, Pako, Ximo e Clara, quattro membri della sua compagnia teatrale, piangere inconsolabili per la morte di Maradona. Pennac, che non sa nulla di calcio e nemmeno del “pibe de oro”, vuole capire perché è stato così importante nella vita delle persone che gli stanno accanto e di milioni di altre e perché la sua morte ha causato tanto dolore in loro. Per raccontare questo dirompente effetto Maradona e “trasformare la commozione, il dolore e la tristezza in creazione” nasce l’idea di un nuovo spettacolo teatrale a Napoli, “Daniel Pennac: Ho visto Maradona!”.

Non solo: il gruppo decide di girare un documentario dallo stesso nome, coprodotto da Societat Sardina Toné Franché e Samarcanda Film con Effe TV - Feltrinelli Real Cinema e il contributo della Film Commission Regione Campania, dove la macchina da presa di Ximo Solano segue per oltre un mese il processo di creazione e messa in scena dello spettacolo teatrale di Pennac con la Compagnie Mia – compagnia parigina con artisti da tutto il mondo – e con un gruppo di attori partenopei, tutti accomunati dal legame che hanno o sentono di avere con il Diez argentino. Un’opera che ibrida il linguaggio teatrale e quello cinematografico e che diventa anche un viaggio attraverso Napoli, città allo stesso tempo protagonista e oggetto del documentario, palcoscenico e megafono del mito stesso di Maradona; ed anche un’occasione per scoprire molto di Pennac e del suo approccio all’arte e alla scrittura.

In questo viaggio, Pennac scopre in Maradona “una sorta di genio della poesia fisica”; con un pallone Maradona “diventa l’incarnazione della danza, dell'intelligenza fisica e dell'abilità assoluta, come se il pallone fosse attaccato a lui con un elastico. Quindi lo sport può incarnare la poesia e questo è stato Maradona”.

Approfondendo la sua figura lo scrittore si rende conto inoltre che Maradona ha punti in comune con Malaussène, il protagonista dei suoi romanzi più famosi (il cui nuovo attesissimo romanzo è in uscita a gennaio 2023 presso Giangiacomo Feltrinelli Editore) e capro espiatorio per eccellenza. Come lo era, a suo modo, Maradona, “perché era un oggetto di consumo mediatico. E se sei un oggetto di consumo mediatico, per forza di cose, hai ciò che serve per farti adorare e anche quello che serve per farti detestare”. Un uomo pieno di contraddizioni, agli occhi degli altri: nato dai quartieri poveri, era il giocatore di calcio più pagato del mondo; amava i bambini ma si drogava; incontrava Fidel Castro, ma si diceva fosse amico di alcuni camorristi. 

Per comprendere a fondo il legame viscerale che ancora unisce il calciatore argentino alla città di Napoli, Pennac si affida a tre partenopei doc: Luciano Ferrara autore dell’immagine iconica di Diego che sale per la prima volta gli scalini dell’ex Stadio San Paolo il 5 luglio 1984; Maurizio De Giovanni, che si sofferma quando in quel giorno il Diez improvvisò un palleggio per poi scagliare la palla verso le tribune, “Quel pallone rimase in cielo, non scese mai, e quello fu l’inizio di questa storia d’amore”, sottolineando che “Il valore moribondo e immortale di Maradona non si conclude con la fine della sua vita. C’è una permanenza di emozione, di passione. È un santo patrono laico di questa città, come San Gennaro”; e Roberto Saviano, testimone di quando i tifosi napoletani ammainarono le bandiere dell’Italia e cominciarono a sostenere Maradona durante Italia-Argentina dei Mondiali del ’90; per lui, “Prima di arrivare a Napoli, Diego è stata una promessa, la promessa che stava arrivando qualcosa di dirompente, di unico. Ed è stata l’unica promessa mantenuta per il Sud Italia”.

E attraverso i murales del Rione Sanità, tra le statuette dei presepi a San Gregorio Armeno, tra le bancarelle che vendono bandiere e magliette a via Toledo, secondo il regista Ximo Solano, si scopre che “Maradona non finisce mai, che ancora attraversa la vita di una città che è stata sua e che lo è ancora oggi. Scoprire assieme a lui come, con la creatività, il dolore della perdita possa diventare gioia, festa, emozione, vita. E capire come l’amore di Pennac per il mondo, gli altri, i suoi compagni di teatro, continui a essere uno dei motori principali del suo processo creativo”.  


Daniel Pennac: ho visto Maradona!  (Spagna, Italia, 2022, 82’), è coprodotto da Societat Sardina Toné Franché e Samarcanda Film con Effe TV - Feltrinelli Real Cinema e il contributo della Film Commission Regione Campania. Prodotto da Ximo Solano per Societat Sardina Toné Franché, Leonardo Barrile e Francesco Favale per Samarcanda Film, Riccardo Chiattelli e Francesca Baiardi per Effe TV – Feltrinelli Real Cinema. Regia di Ximo Solano. Scritto da: Daniel Pennac, Clara Bauer, Pako Ioffredo, Ximo Solano. Distribuito in Italia da Feltrinelli Real Cinema.


Il documentario sarà visibile prossimamente su Sky Arte e in streaming su NOW.