L'ultimo, commosso, saluto a Radice. Claudio Sala: «Con te addio agli anni migliori»

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La malattia «bastarda» che ha spento pian piano Gigi Radice non ha affatto sbiadito il vivo ricordo di una persona per bene. «Con te se ne vanno gli anni migliori della nostra vita», il saluto di Claudio Sala, il 'poeta del gol' oggi portavoce del Torino '76. La chiesa della Residenza San Pietro di Monza, dove Radice ha passato l'ultimo lustro prima di addormentarsi lo scorso venerdì a 83 anni, diventa all'improvviso troppo piccola per contenere tutti e alcuni si vedono così costretti a seguire i funerali da fuori, grazie all'ausilio degli altoparlanti.

In prima fila c'è il dolore composto della moglie Nerina, dei tre figli, Elisabetta, Cristina e Ruggero (che cita il padre «basta chiacchiere e pedalare» per chiudere la cerimonia funebre), e dei quatto nipoti. Dietro la famiglia, il mondo del calcio rende omaggio all'ultimo allenatore della vecchia scuola di Nereo Rocco, con cui da giocatore ha vinto la prima Coppa dei Campioni «italiana», e al primo tecnico dell'innovazione, del calcio totale all'olandese, condottiero dell'unico Torino tricolore dopo Superga. Arrivano le delegazioni e i gonfaloni granata, del Milan, della Fiorentina, del Bologna e del Monza. La Curva Maratona espone uno striscione («Addio Sergente di Ferro») e intona cori per uno degli emblemi del «Tremendismo Granata». Un annus horribilis per il popolo del Toro, costretto a salutare in pochi mesi tre dei più amati, Mondonico, Giagnoni e ora, appunto, Radice.

Piangono tanti giocatori, anime dove Radice ha lasciato un segno indelebile. Zaccarelli ha gli occhi gonfi e le gote rigate dalle lacrime: non se la sente di partecipare alla funzione, si scusa come se essere umano fosse una colpa e preferisce tornare a casa. Claudio Sala prende parola e in quel momento preciso un raggio di sole squarcia le nuvole di Monza e fa luce nella chiesa: «Ciao Mister. Siamo qui per salutarti un'ultima volta. Con te se ne vanno i migliori anni della nostra vita.

Ci siamo divertiti insieme, in un'ambiente unico, una vera famiglia. Ci hai trasmesso fiducia e un insegnamento importante: per raggiungere un obiettivo servono sudore e fatica. Grazie di tutto Mister e buon viaggio». Giancarlo Antognoni sorride, ricordando l'anno passato a Firenze insieme. Sfilano epoche di calcio diverse, con la stessa contagiosa commozione. L'ultimo ad arrivare è Urbano Cairo: «Radice era una grandissima persona ed è stato un allenatore importantissimo per il nostro calcio». Ora Radice sarà cremato e riposerà al cimitero di Cesano Maderno (Monza), il paese dove era nato. A chiudere il cerchio di una vita speciale.