Un giorno all'improvviso, Anna Foglietta mamma fragile per Ciro D'Emilio

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«Una storia universale: il rapporto tra una madre e un figlio, meravigliosamente incarnati da Anna Foglietta e Giampiero De Concilio. E un film duro, perché costringe a stare su personaggi difficili». Parola di Ciro D'Emilio, che dopo l'anteprima nella sezione Orizzonti alla 75esima Mostra di Venezia dal 29 novembre porta in sala l'opera prima 'Un giorno all'improvviso'.

Nel film, scritto con Cosimo Calamini, musicato da Bruno Falanga, il diciassettenne Antonio vive in una cittadina campana, gioca a calcio e coltiva un sogno: affermarsi in una grande squadra. Non è semplice, ma a rendere la sua vita ancor più complessa è la madre Miriam, bella, affettuosa e pure assai problematica: che cosa riserverà loro il futuro? «Quando Ciro mi ha proposto questa sceneggiatura quattro anni fa ne sono stata completamente rapita», ammette Foglietta. E sulla sua Miriam precisa: «È stato altamente disturbante interpretarla, perché mi ha messa in contato con l'aspetto più faticoso dell'essere madre, e io lo sono nella vita (ha tre figli, NdR)». Detto che «la mia carriera sta andando in una direzione precisa di impegno civile», l'attrice ricorda di «aver portato a teatro per due anni 'La pazza della porta accantò di Alda Merini» e sottolinea: «La malattia mentale è una tema che mi attrae molto, confido nel prendersi cura della propria psiche quale modo per prendersi cura della società in generale».

Da parte sua, il giovanissimo e bravissimo Giampiero De Concilio rivela il processo di avvicinamento ad Antonio: «Sono partito da me stesso, ma Ciro mi ha consigliato di vedere 'Sweet Sixteen' di Ken Loach, che si è rivelato per me fondamentale dal punto di vista tecnico. Venivo da un'impostazione teatrale, e insieme siamo riusciti a trovare una dimensione cinematografica, cruda e sporca».