Scarlett Johansson: «Pensavo che questo film su Black Widow non avrebbe funzionato»

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Non sapere chi sei al di fuori del ruolo che ti sei creato sul campo. Spia, Vedova Nera, Nemica, Alleata, Avengers, tutte etichette che non hanno mai definito appieno Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) e che sono servite finora a raccontare solo una parte della sua storia. In Black Widow, che arriva (finalmente!) al cinema dal 7 luglio, e dal 9 luglio in streaming su Disney+ con Accesso VIP, Natasha trova la sua identità, e la sua famiglia. Divisa dagli Avengers dopo la Civil War (periodo in cui è ambientato il film dedicato interamente alla prima donna nella formazione originale dei Vendicatori), il film indaga sulle sue origini, ma in senso stretto sul vero significato della famiglia, quella che scegli, e quella a cui appartieni. Per Scarlett Johansson: «All'inizio pensavo fosse una scelta controintuitiva, perchè Natasha (Black Widow) è sempre stata indipendente da questo aspetto. Per tutta la vita si è sentita orfana, per quello la nostra non è stata una scelta ovvia». Per Florence Pugh, che interpreta Yelena, la sorella minore e futura erede del ruolo della Johansson invece: «Avere questi combattenti temibili che si comporta da famiglia tradizionale, seduti al tavolo della cena». Black Widow segna inoltre un ambito record, quello di essere uno dei primi film dell’MCU (il Marvel Cinematic Universe) in cui il cast di interpreti femminili supera quello degli interpreti maschili. Un punto di svolta cercato da tempo, anche per uno degli attori del film, O-T Fagbenle: «Questo è il tempo giusto per smuovere l'opinione pubblica, perché le cose stanno effettivamente cambiando, e stiamo ottenendo degli effetti straordinari da questo cambiamento. Una delle cose a cui penso spesso è a quante straordinarie registe donne abbiamo perso negli anni '60,'70 e '80, perchè non hanno potuto lavorare in quanto donne, a quante sceneggiatrici straordinari, o produttrici esecutive non abbiamo avuto negli anni, e lo stesso succede con le minoranze. Quanti produttori, registi e sceneggiatori di colore ci sono? Non si tratta solo di raggiungere l'uguaglianza, si tratta di quante cose abbiamo perso per questo! Quindi sono grato di far parte del cambiamento». (Servizio a cura di Eva Carducci)