Pierfrancesco Favino a "Stories" racconta “L’ultima notte di Amore”

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È Pierfrancesco Favino il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti, l’attore si racconta in “Pierfrancesco Favino - Sto bene così”, in onda lunedì 6 marzo alle 21 su Sky TG24, sabato 11 marzo alle ore 13.15 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand. 

Dal 9 marzo al cinema con “L’ultima notte di Amore” (Una produzione Indiana Production, Memo Films, Adler, Entertainment e Vision Distribution, in collaborazione con Sky Italia e Prime Video) per la regia di Andrea Di Stefano con Linda Caridi, Antonio Gerardi, Francesco Di Leva. Su Sky e in streaming su NOW con “Call My Agent - Italia”. Un viaggio nell’incredibile carriera di uno dei più importanti attori italiani tra ricordi, pensieri e tanta gratitudine. Del film in uscita Favino racconta: “E’ un noir, un polar, soprattutto è veramente cinema. È uno show, pieno di cose…”, “penso che sia un bel film, e raramente lo dico delle mie cose, è uno di quei film che io vorrei vedere”. “È la storia molto semplice, di un uomo che è stato per 35 anni in polizia, uno di quei poliziotti che incontriamo quando andiamo a fare il rinnovo del passaporto. Non un eroe, una persona come noi che si trova in una cosa più grande di lui e che dovrà tirar fuori le armi che non sa di avere per riuscire a superarla”. 

Ironia e riflessione nell’interessante chiacchierata che ripercorre alcune tappe della sua vita e carriera. Si parte dalle origini. Favino nasce in “una casa piccolo borghese con dei dettami abbastanza chiari sull'onestà e l'impegno, sull'apertura nei confronti del resto del mondo, sulla generosità e con il desiderio di migliorarsi. Senza però perdere di vista né l'ironia né il senso degli altri… una cosa di cui sono estremamente grato”. Il primo provino mentre frequentava l'Accademia, quindi tantissimi film: da “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino (“Ho avuto la grandissima fortuna di essere all'interno di un film che ha segnato alcuni anni”) a “Romanzo criminale” di Michele Placido ("Un altro film importante in cui ho avuto la fortuna di esserci”). E ancora “Angeli e demoni” di Ron Howard (“Sono stato sei mesi a Los Angeles, volevano che rimanessi lì. Non l'ho fatto. Ogni tanto ci penso a come sarebbe andata se fossi rimasto ma, soprattutto in questo momento, senza particolari rimpianti”). Quindi la sua cifra ironica, evidenziata ultimamente con la partecipazione come guest nella serie Sky Original "Call My Agent - Italia", sul dietro le quinte del mondo dello spettacolo italiano, disponibile per intero on demand su Sky e in streaming su NOW (“È stata un'esperienza molto divertente, per cui sono molto felice del successo che sta avendo. Per interpretare Mario Draghi ho chiesto consiglio a Neri Marcorè perché lo fa meravigliosamente”). Nel suo brillante percorso anche “Hammamet” di Gianni Amelio e “Il traditore” di Marco Bellocchio e tantissimi film nazionali e internazionali. Tantissimi personaggi e progetti: “Io ho sempre la mia morale, i miei valori, ciò che penso della vita. Però credo che un attore debba sempre metter da parte ciò che lui pensa, altrimenti non avrei mai potuto fare un mafioso o un poliziotto facinoroso e così fazioso, come in ACAB o un politico corrotto come in Suburra…”. E poi il Favino padre di due giovanissime ragazze: “Provo ad essere in ascolto. Le amo più di qualsiasi cosa al mondo". E l’uomo. “Se ho sensi di colpa? Uno dei vantaggi del fatto di aver scavallato i 50 è che la parola “dovuto” inizia piano piano a sfocarsi... Secondo me è una bella acquisizione”.  Se gli si chiede poi di completare la frase “vorrebbe essere più…” la risposta è “non mi viene in mente, forse è perché va già bene così, per ora”.