Marco D'Amore porta al cinema L'Immortale, progetto che funziona da ponte tra una Gomorra e l'altra con il suo personaggio cult, Ciro Di Marzio. E si racconta all'Interrogazione del Messaggero: dagli inizi nella compagnia di Toni Servillo, casertano come lui, alla scuola di teatro Paolo Grassi a Milano. "Riprendo i panni di Ciro, un percorso lungo sette anni in cui scopriamo aspetti sempre nuovi. E questo dell'Immortale è un esperimento davvero originale di cinema che parla con una serialità televisiva. Stavolta sono regista e protagonista, dopo i due episodi diretti nella quarta serie di Gomorra".
D'Amore si racconta con sincerità parlando dei giorni in teatro traducendo Mamet in napoletano o ricordando a Roberto Bolle i giorni in cui anche "Ciro" l'immortale ballava all'accademia.
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