Venezia, nel "Contagio" un ritratto impietoso di Roma, Marchioni e Foglietta: «La città va salvata»

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Interviste a cura di Milena Vinci


La rete di personaggi nel microcosmo di un palazzo della periferia romana, fra scelte sbagliate, amori impossibili e voglia di ascesa sociale, raccontato nel 2008 da Walter Siti nel suo romanzo Il contagio, arriva sul grande schermo nel film che ne hanno tratto Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, che debutta alla Mostra del Cinema di Venezia nelle Giornate degli Autori e sarà in sala dal 5 ottobre con Notorious. Il cast corale, comprende fra gli altri, Vinicio Marchioni, Anna Foglietta, un inedito Vincenzo Salemme, Giulia Bevilacqua, Maurizio Tesei, Daniele Parisi, Alessandra Costanzo, Carmen Giardina, Giuliana de Falco e Nuccio Siano, che aveva già portato il testo a teatro.

Un mondo di vittime, corrotti e corruttori quello evocato da Siti, nel quale molti hanno visto un'anticipazione di Mafia Capitale. Elemento evidenziato dai due registi, tra cooperative e migranti trattati come macchine da soldi. «Non penso il mio libro sia stato profetico - dice Siti - credo si tratti solo di avere la fortuna e la voglia di guardare nel punto giusto, le cose erano già lì. Mi ero accorto che a Roma non trovi tra centri di potere e sottoproletariato barriere precise dal punto di vista dei valori. C'è una parete molto permeabile». Tra i personaggi troviamo Marcello (Marchioni), ex culturista marchettaro e cocainomane; uno dei suoi clienti, innamorato di lui, Walter, professore e scrittore (Salemme); Chiara (Foglietta), moglie di Marcello, rimasta prigioniera di un rapporto sbagliato; Mauro (Tesei) spacciatore determinato a fare strada, che ha trovato, apparentemente un equilibrio con la moglie Simona (Bevilacqua); Attilio (Parisi) che ha un debito con l'usuraio di zona (Siano) che ha in mente grandi piani.