Fabiola Gianotti: «Il Cern è una scuola di vita»

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È Fabiola Gianotti la protagonista della quinta puntata del secondo ciclo di “Vite – L’arte del possibile”, in onda su Sky TG24 martedì 28 settembre alle 20.45, su Sky Arte il 1° ottobre alle 16.05 e disponibile On Demand e sul sito skytg24.it.

L’incontro con la Direttrice Generale del CERN di Ginevra, prima donna a dirigerlo in quasi settant’anni di storia, è l’occasione per parlare non solo della sua vita e conoscere il suo lavoro  nel più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle. Un luogo che la scienziata italiana definisce “una scuola di fisica, dove sono cresciuta professionalmente, ma anche una scuola di vita, è un posto dove si collabora, si lavora con scienziati di tutto il mondo. Culture differenti, lingue differenti, tradizioni, idee. È un posto che ci aiuta a crescere nel modo giusto. Rispettosi della diversità degli altri, ma anche aperti e tolleranti”.

Un luogo in cui, prima di tutto, si comprende quanto è importante che la scienza sia eterogenea, aggregante, universale: “è molto importante che la ricerca sia globale, da un lato per la scienza stessa, perché la scienza progredisce più rapidamente se si possono condividere i risultati, le idee, le opinioni di scienziati di tutto il mondo. E poi è molto importante per progetti come quelli che sviluppiamo al Cern, che non potrebbero essere realizzati non dico soltanto da un paese ma soltanto da un continente. Quindi qui contribuiscono ai progetti del Cern con risorse, con cervelli, con tecnologie, con l’industria tutti i continenti. Poi c’è l’aspetto della scienza come ‘colla’, come uno dei pochi strumenti che abbiamo oggi per creare ponti tra le persone in un mondo che è sempre più fratturato. Siccome la scienza è universale perché si basa su fatti e non su opinioni e le leggi della natura sono le stesse in Italia come in Cina o a Ginevra o negli USA, la passione per capire le cose accomuna tutta l’umanità, la scienza non ha passaporto, non ha partito politico, non ha religione e quindi è una colla ed è molto importante che la scienza usi questo suo potere globalmente”. Ma soprattutto il Cern è una “fabbrica di pace” che coinvolge “circa 18000 ricercatori di tutto il mondo, in rappresentanza di più di 110 nazionalità. Alcuni di questi ricercatori vengono anche da paesi che non intrattengono relazioni amichevoli e qui lavorano insieme. Per esempio, gruppi di colleghi israeliani hanno istituito dei fondi per sostenere con delle borse di studio gli studenti palestinesi. Certo, posti come il Cern non possono risolvere conflitti geopolitici, però possono mostrare quello che l’umanità riesce a fare quando mettiamo da parte le nostre divergenze e ci concentriamo sul bene comune e su valori nobili. In questo senso penso che il Cern, come del resto altri istituti di ricerca scientifica internazionali, contribuiscano a piantare piccoli granellini di pace”.

 

Scienza che procede e progredisce da idee, a loro volta alimentate dalla creatività, dalla curiosità, che per Gianotti sono una componente importantissima della ricerca: “la creatività è un elemento fondamentale della scienza, la scienza procede e progredisce grazie alle idee, le idee sono alimentate dalla creatività, dalla curiosità e questo è anche un aspetto che unisce molto arte e scienza che sono entrambe espressioni della curiosità della creatività e del genio dell’umanità quindi la scienza si basa sulle idee quindi sulla creatività. Tanto che, ha raccontato la scienziata, alcune idee arrivano nei momenti più impensabili “come qualche anno fa, quando lavoravo sulle misure delle proprietà del bosone di Higgs. Una sera, in coda al supermercato, aspettavo di pagare e mi è venuto in mente un lampo, un’idea per aumentare la precisione delle misure che stavamo facendo. Era un’idea a cui avevo pensato per molto tempo senza trovare la soluzione, lì davanti alla cassa, con un sacchettino di patate in mano, mi è venuta l’idea folgorante per migliorare queste misure”.

 

La scienza per Gianotti  può avere un ruolo anche per la parità di genere: “penso che bisogna veramente molto investire nella nel coinvolgere sempre più donne, ragazze, giovani donne nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) Il motivo è che gli impieghi nel campo STEM, a causa del fatto che la tecnologia oggi evolve molto velocemente, crescono molto più rapidamente che in ogni altro tipo di impiego. Se si vuole, quindi, aumentare la presenza femminile nel mercato del lavoro bisogna veramente cercare di creare delle competenze femminili nel campo STEM”. E rispondendo alla domanda se sia importante, per lei, che il fatto di essere la prima donna a dirigere il Cern possa essere d’ispirazione per altre donne, Gianotti ha detto che “sono felice se il fatto che ci sia una donna in questa posizione serva da incoraggiamento a molti giovani donne ad intraprendere un’attività professionale nel campo della ricerca, sapendo che hanno ottime opportunità anche di assumere ruoli visibili e di responsabilità. Se questo mio ruolo può essere utile in questo senso ne sono molto felice”.

 

Curato e realizzato dal direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis, “Vite – L’arte del possibile” è un ciclo di dieci interviste dedicate al successo e alla capacità di raggiungerlo. Un ritratto professionale e personale di grandi italiani che si sono distinti nel proprio campo: dall’industria al cinema, dalla scienza allo stile fino all’arte e alla letteratura, divenendo noti in tutto il mondo.  Le interviste entreranno anche a far parte della syndication dell’area news del Gruppo Comcast e potranno essere trasmesse anche da NBC. Le interviste di “Vite – L’arte del possibile” sono disponibili anche tra i podcast di Sky TG24, sul sito skytg24.it