Achille Lauro: «Vengo dalla periferia di Roma, a 12 anni con mio fratello vivevamo in una comune»

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È Achille Lauro il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti, il cantante si racconta in “Achille Lauro - C’est la vie”, in onda sabato 3 dicembre alle 21 su Sky TG24 e sempre disponibile On Demand. Un nuovo singolo appena uscito e nel prossimo futuro tantissimi progetti, tutti diversi. Nel recente passato: un elenco di successi, le partecipazioni a Sanremo, l’amore per l’arte, l’infanzia difficile e la scommessa (vinta) su sé stesso.  

“Che sarà” è il titolo del suo nuovo brano. “Questo nuovo pezzo - ha spiegato il cantante - è sicuramente una ripartenza importante. Parla dell'incertezza del futuro e anche di una consapevolezza nell'accettare la vita”. Tra i progetti in cantiere quattro live unplugged, annunciati e raddoppiati in sole 24 ore, a Roma il 22 e 26 gennaio all’Auditorium Parco della Musica e a Milano il 24 e 25 gennaio al Teatro degli Arcimboldi. Ma sono tantissimi i progetti raccontati nella chiacchierata che ripercorre alcune delle tappe della sua vita e carriera.  

Partendo dall’infanzia: “Prima dei 12 anni vivevo a Roma con la mia famiglia. Poi per diversi motivi io e mio fratello siamo stati allontanati e siamo andati a finire in una sorta di comune. Era una casa di ragazzi, quindi scritte sui muri ovunque. La cosa bella è che ho assorbito tanto da quel periodo della mia vita, ero in contatto con tantissimi giovani artisti, tantissimi ragazzi che cantavano, artisti di qualunque tipo, gente che dipingeva”.  

“Devo dire - ha aggiunto - che proprio nel contesto difficile da dove provengo, l’estrema periferia romana, è palese il fatto che o cambi o finisce male. Avevo chiari gli esempi di come non sarei voluto diventare che mi hanno aiutato a diventare una persona forse migliore”. 

Arrivano poi le prime collaborazioni importanti (“Marracash è stato il primo insieme a DJ Shablo, che mi convocò a Milano per propormi un contratto di management”), le contaminazioni musicali partendo dal rap (“Una mia particolarità negli anni è stata proprio cambiare in ogni album. Questo perché sento chiaramente l'esigenza di fare sempre cose diverse, sono una persona molto curiosa e che si annoia anche molto.”). La svolta (“Thoiry" è stato veramente un momento in cui ho detto “è cambiato qualcosa”) e il successo con Rolls Royce (“avevo questa canzone da tempo e ho pensato fosse una chicca, una mosca bianca, che andava tenuta per una situazione incredibile. E così l'ho portata al Festival di Sanremo. Abbiamo lavorato per otto mesi giorno e notte”). L’universo creativo al Festival di “Domenica”, la collaborazione con Gucci, le opere d’arte in Nft, il metaverso ma anche il progetto nelle scuole che partirà a breve: “Volevo fare qualcosa che fosse vicino alle persone. Legare in qualche modo l'operazione musicale a qualcosa che fosse veramente d'aiuto. L'idea è di fare un tour nelle scuole, incontrare i ragazzi e parlare proprio di orientamento, del futuro, dell'importanza di credere in quello che si fa, dell'importanza di saper sbagliare, di trovare quello che ti piace. Ognuno di noi è portato per qualcosa, è fatto per qualcosa, deve capire che cosa e perseguire quella strada”. 

   

Durante la messa in onda dell’intervista comparirà un QR Code che permetterà, inquadrandolo con la telecamera del proprio smartphone, di accedere a una serie di contenuti speciali dedicati all'artista, disponibili sul sito skytg24.it. Tutte le interviste di “Stories” sono anche proposte tra i podcast di Sky TG24, sul sito skytg24.it e sulle principali piattaforme di podcasting.