Bisio-Puccini vs. Marchioni-Lodovini: vicini di casa alla prova dello scambio di coppia

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Una commedia brillante? Forse. Un thriller psicologico di coppia? Fuocherello. Una seduta di terapia per coppie in crisi e in cerca di emozioni per ripartire? Beh, ci siamo vicini. Ecco Vicini di Casa (esce per Medusa in 400 sale dal 1 dicembre), scritto e diretto da Paolo Costella è una bellissima casa di Trastevere che diventa set e ring, ma anche possibile teatro per geometrie sessuali variabili tra due coppie, quella degli "ingessati" e in crisi Bisio e Puccini che si confronta con i disinibiti e tentatori Marchioni e Lodovini. Lo scambio di coppia e il sesso a quattro (o multipli) è la proposta indecente che fa vacillare e scongela l'atmosfera e non solo. Costella, che ha scritto con Genovese e altri Perfetti Sconosciuti, sceglie un clima analogo eslorando stavolta proprio la sfera sessuale. 

E se Marchioni si diverte a fare il maschio senza inibizioni ("si deve essere liberi di poter fare tutto quello che non disturba gli altri, se consenzienti"), Bisio alle prese con un supercompresso musicista jazz rivendica: "Mica facile per uno esuberante come me, fare un maschio così inibito: una bella prestazione da attore ", ride. 

«Il film gioca con i tabù culturali del nostro tempo», osserva Lodovini, 44, nei panni di Laura, psicologa con la passione per le sperimentazioni erotiche, compagna del pompiere Marchioni sessualmente insaziabile, «ed è destinato a coinvolgere il pubblico, ha proprio bisogno dell'energia degli spettatori che in sala potranno riconoscere sé stessi, gli amici, i vicini di casa». Un po' come accadeva nella commedia amara di Paolo Genovese Perfetti sconosciuti, di cui non a caso Costella era sceneggiatore. Valentina ha mai incontrato una donna spregiudicata come il suo personaggio? «No, non mi è ancora capitato», risponde l'attrice, «Laura vive le proprie emozioni senza pregiudizi. E io, lo confesso, sono gelosa della sua libertà. Ho voluto interpretarla all'insegna di una sfida: le ho regalato una straordinaria compostezza a dispetto delle sue abitudini intime. Non è volgare, non è sguaiata, ha una grande capacità di ascolto e comprensione».
Puccini, 41, interpreta Federica, la moglie ignorata del musicista Bisio e il suo personaggio riserva qualche sorpresa, è forse il più coraggioso del gruppo: «È una donna sotto pressione, stanca del suo matrimonio in cui non c'è più comunicazione. Il film è scritto magnificamente e nelle due coppie protagoniste io ci ho creduto davvero», spiega l'attrice, «ma ammetto che, se mi capitassero dei vicini come Lodovini e Marchioni, mi sentirei in imbarazzo». Il cinema ha imparato a puntare sui ruoli femminili finalmente sfaccettati, magari complessi e sempre più lontani dagli stereotipi? «La televisione ci è arrivata prima, non c'è dubbio, ma anche il cinema si sta evolvendo. In questo film sono proprio le donne a gestire le situazioni...Oggi gli uomini hanno meno libertà di staccarsi dagli schemi pensati dalla società per loro, ad esempio non possono dimostrarsi fragili». Aggiunge Valentina: «Hanno paura». Conclude Vittoria: «Femminismo è anche liberare i maschi, lasciandoli liberi di esprimere la propria personalità».
E dopo anni di battaglie, la libertà sessuale è ancora un tabù? «Qualche risultato si è ottenuto, ma il piacere suscita ancora turbamento. Il contesto culturale non si è del tutto modificato. Anche nel cinema, che di erotismo si occupa poco», risponde Lodovini. Per Puccini «non è facile parlare di argomenti intimi in modo aperto».