Virginia Raggi: «Le ville dei Casamonica avevano inglobato l'acquedotto Felice»

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«Possiamo finalmente portare a termine una operazione per il ripristino della legalità. Lo Stato si è assentato, è stato veramente lontano da alcune zone di Roma». Lo ha detto la sindaca Virginia Raggi che, prima dell'alba, era presente all'inizio delle operazioni di sgombero e abbattimento di otto villette del clan dei Casamonica. «Oggi riaffermiamo il primato delle istituzioni sempre al fianco dei cittadini onesti che hanno il diritto e il dovere di sentire le istituzioni, la polizia locale e le forze dell'ordine vicine - ha aggiunto - E noi siamo qui per questo».

Sgomberate 8 ville dei Casamonica

«Si tratta dell'operazione più imponente contro la criminalità mai realizzata dai caschi bianchi di Roma. Quelle villette erano da 30 anni lì, realizzate in palese violazione di regolamenti edilizi, vincoli paesaggistici, ferroviari ed archeologici». Lo ha detto la sindaca Virginia Raggi, in un post su Facebook, sul blitz di stamattina contro i Casamonica.  «Alcune case avevano persino inglobato interi tratti dello storico acquedotto Felice - ha continuato - Sono stati utilizzati 20 mezzi per gli abbattimenti. Quelle villette erano diventate il simbolo dell'illegalità e dell'impotenza di fronte alla malavita. Abbiamo cancellato soprattutto questo. Le Istituzioni ci sono e non abbassano lo sguardo».

«È stata un'operazione complessa, partita molti mesi fa che ha permesso di concludere procedimenti sospesi e abbandonati in un cassetto», ha aggiunto.  «Voglio ringraziare - ha concluso Raggi - il VII Municipio per il coraggio e la costanza di questi mesi; i tecnici del Comune; gli agenti della Polizia Locale e il comandate Antonio Di Maggio; il personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Soprintendenza di Stato; i fabbri; gli operai; Atac; i tecnici di Acea, Enel e Italgas; la Sala Operativa Sociale di Roma Capitale, la Protezione Civile capitolina, le ditte che si occupano delle demolizioni; e in particolare tutti quei cittadini che con le loro denunce non si sono arresi mai».