Roma, la fase 2 per bar e ristoranti: «Clienti? Ancora pochi...»

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Ripartono tra incertezza ma anche grande tenacia i bar e i ristoranti della Capitale, autorizzati da oggi a effettuare anche vendita di asporto, ovvero take-away oltre alle consegne a domicilio (praticate finora in questi due mesi di lock-down solo dai ristoranti).

“I clienti sono ancora molto pochi - racconta il titolare del caffè Sant’Eustachio a due passi da palazzo Madama - ma se oggi siamo qui non è certo per fare affari quanti più per ripristinare la nostra quotidianità e provare a ripartire”. Percorsi deviati dalla segnalatica sui pavimenti, barriere in plexiglas ai banconi e igienizzanti alle casse. Dal caffè Tazza d’oro a Giolitti. “Sono stati mesi complicato - spiega la titolare - crollo dei fatturati ma siamo qui oggi seguendo tutti gli accorgimenti necessari”. Paura del virus? “Facciamo entrare un cliente alla volta, d’altronde i supermercati sono aperti così come tante altre attività bisogna sicuramente fare attenzione senza avere paura”. L’immagine di una città che si rimette in movimento e che viene ben descritta dal flusso (per nulla ridotto) degli utenti dei mezzi pubblici, sul fronte dei bar e ristoranti è divisa in due. In periferia almeno 4 bar su 5 non hanno riaperto. “Oggi faremo la sanificazione e poi - racconta il titolare del chiosco di piazza Bologna - ci inventeremo anche una campagna per promuovere le consegne. In questi mesi ho perso tra affitto e spese circa 40mila euro che nessuno mi ridarà, ma non posso arrendermi”. Dello stesso sentimento anche il titolare di una caffetteria in via Giuseppe Donati (zona Casal Bruciato): “rispetto a un normale lunedì senza coronavirus ho servito il 10% della clientela, zero consegna e circa 30 cornetti da asporto. È niente lo so, ma da qualcosa si deve pure ricominciare”.
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Anche le associazioni di categoria tengono il punto: solo nei prossimi giorni si potrà vedere un’apertura più significativa. Per ora delle oltre 20mila attività tra bar e ristoranti, hanno riacceso le macchine del caffè e i frigoriferi in tutta la Capitale non più del 20% delle attività totali.

di Camilla Mozzetti - Video Andrea Giannetti/Ag.Toiati