Roma, assunti giardinieri invalidi: «Uno su 3 non può salire sulla gru»

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Alla guerra contro gli alberi pericolanti che si schiantano a ritmi mai visti sulle strade dell’Urbe, il Campidoglio sta spedendo un plotone di giardinieri invalidi. Appena arruolati, già col certificato d’inabilità in tasca. Per arginare i crolli record di pini e platani (+730% di incidenti dal 2016 al 2018), la giunta di Virginia Raggi ha appena ingaggiato una batteria di nuovi addetti del verde. Peccato che uno su 3, si scopre ora che i contratti sono stati firmati, sia invalido. Tradotto: non potrà svolgere le mansioni essenziali del mestiere. Arrampicarsi sui fusti pericolanti, salire sulle gru con la motosega per sfrondare i rami secchi, utilizzare gran parte delle attrezzature proprie della professione. Incombenze ordinarie per qualsiasi giardiniere che si occupi di pronto intervento, a maggior ragione a Roma, la città più verde d’Europa con 44 milioni di metri quadri di parchi, aiuole e alberi, spesso abbandonati all’incuria. I colleghi più anziani del Servizio Giardini, visti arrivare i rinforzi con l’attestato di invalidità del 50 o del 60%, sono rimasti di sasso: giustissimo, ragionano, che una pubblica amministrazione assuma anche personale con handicap, ci mancherebbe, lo prevede la legge, ma purché lo si faccia per altre mansioni, meno operative. Anche a loro tutela. «Ci sarebbero tanti posti: uscieri dei musei, portieri degli immobili del Comune, guardiani delle ville storiche - ragiona un giardiniere della vecchia guardia - ma mandarli in trincea, nella giungla che è diventata Roma, è folle, oltre che inutile. Servirebbero operai specializzati e nel pieno delle forze».