Rogo all'Axa, l'appello dei negozianti

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«Se non ci faranno riaprire i negozi, cinquanta famiglie chiuderanno le attività e centocinquanta dipendenti si ritroveranno senza lavoro». È l'appello dei titolari dei negozi del centro commerciale Eschilo dell'Axa chiuso dopo l'incendio dello scorso 23 dicembre. È preoccupato Norberto Lisi, proprietario di uno dei negozi che si sono salvati dal rogo: «Abbiamo bisogno che la Asl ci autorizzi a fare gli interventi richiesti per rialzare le saracinesche e lavorare per i saldi. Altrimenti saremo costretti a chiudere con tutti i rischi che questo comporterà per il quartiere e per i lavoratori».IL FUOCOEra un mercoledì il pomeriggio quando le fiamme sono divampate. Le lingue di fuoco hanno avvolto il lato destro della struttura che si trova nel cuore del quartiere residenziale, a pochi metri da un albergo. Una giornata di shopping natalizio, con tante famiglie e ragazzi in giro, in cui poteva veramente succedere una tragedia. «Per quello che ne sappiamo - riprende Lis -il magistrato ha sequestrato l'area interessata: 8 negozi in tutto. Ci sono però 23 attività che non sono rimaste coinvolte dal rogo e 15 che hanno pochi danni, vorremmo avere l'opportunità di sistemare almeno quei negozi. Altrimenti economicamente non ce la potremo fare ad andare avanti».LA SICUREZZAI commercianti non riescono a capire quali “motivi di sicurezza” ostacolino la riapertura dei negozi rimasti illesi dalle fiamme. «Nessuno ci aiuta a sbloccare la situazione - interviene Cinzia Zorzan, una commerciante - nè ad entrare nella palazzina non coinvolta nell'incendio, cosa fondamentale per fornire alla Asl la documentazione utile alla riapertura». «Chi come noi non ha subito danni - dice anche Fabrizio Verde, titolare di un bar - non può entrare e non può lavorare. Già eravamo in difficoltà per via della crisi, dobbiamo pagare le tasse e abbiamo i dipendenti da stipendiare. Abbiamo bisogno di un aiuto entro il 6 gennaio». A quanto pare il rogo sarebbe partito da un negozio di estetica, nella struttura c'erano un centinaio di persone. Una decina sono rimaste intossicate, ma per fortuna l'intervento dei vigili del fuoco è servito a liberare chi era rimasto chiuso nei negozi. Un nutrito schieramento di polizia, carabinieri e polizia locale ha evitato scene di panico. Anche se la paura è stata tanta. «Noi - conclude Lisi - non abbiamo ancora avuto modo di vedere un pezzo di carta che ci spieghi perché la polizia non ci sta facendo entrare». Servizio di Mara Azzarelli - Video di Mino Ippoliti