Palazzo Barberini, le stanze del principe e i capolavori "segreti", tra scimmie, ninfei, icone

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Lo sguardo intenso, le mani che sembrano accogliere lo spettatore e la ricchezza di dettagli ornamentali. È la "Madonna Advocata", la tavola del 1050, considerata l'opera più antica di Palazzo Barberini a Roma, icona mariana, devozionale, della Roma medievale, originaria della chiesa di Santa Maria in Campo Marzio, che segna l'inizio ideale del nuovo allestimento permanente del museo statale. Dai Primitivi a Filippo Lippi, si possono scoprire 50 opere al piano terra, quello che in origine era l'appartamento di Taddeo Barberini nipote di Urbano VIII. È un percorso sul filo dell'emozione, dove le sale svelano decorazioni pittoriche a volte bizzarre ed esotiche, come la Sala delle Scimmie, o come la Sala delle Colonne dove gli affreschi in trompe l'oeil dialogano con vere e proprie colonne, una fontana ninfeo e i corredi scultori. Opere emblematiche, forse poco note, accompagnano la visita. Ecco la Madonna di Tarquinia di Filippo Lippi elegante nel suo ambiente domestico, segnato dal letto, la tenda, l'affaccio sul giardino e il piccolo trono dove tutto è giocato su sorprendenti contrasti cromatici. E ancora Il Trittico del Beato Angelico in prestito dalla Galleria Corsini fino all'autunno prossimo. La natività di Antoniazzo Romano e il Perugino con il San Girolamo nel deserto e il San Nicola. 

Servizio di Laura Larcan- Video di Francesco Toiati