Ostia, la draga al lavoro notturno sul lungomare: aspira sabbia dal fondale e lo deposita sulla spiaggia

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È una corsa contro il tempo quella appena partita a Ostia per tentare di salvare le spiagge con quattro interventi in contemporanea. Il primo riguarda il cosiddetto ripascimento morbido sulla costa di Levante, la più danneggiata dal maltempo delle ultime settimane e ancora chiusa per rischio crolli dalla Capitaneria di Porto. Una draga al largo dello stabilimento Venezia è al lavoro giorno e notte per aspirare la sabbia dal fondale e depositarla sulle spiagge per creare un cuscinetto sulla battigia che consenta ai balneari di affrontare l'inverno e salvare il salvabile.

«Nella speranza che non arrivi una mareggiata simile a quella del 2018 e dell'inverno scorso che devastò la costa, provocando danni enormi e arrivando a pochi metri dalla strada - dice Massimo Muzzarelli, titolare dello Sporting Beach - di fronte a fenomeni simili, temiamo tutti che gli interventi attuali potranno fare molto poco. Dovrebbero essere depositati appena 40mila metri cubi di rena».

Poche gocce in un oceano, insomma, che rischiano di non fermare una nuova profonda erosione. Per tamponare gli effetti delle mareggiate sempre a Levante sono ripartiti i lavori sulle scogliere, considerati i responsabili degli effetti devastanti del maltempo dell'ultimo mese. I due frangiflutti, uno dopo lo stabilimento Venezia e l'altro a ridosso del lido Nuova Pineta Pinetina devono essere immersi in acqua. Gli operai sono al lavoro con due ruspe per proseguire l'intervento partito a fine aprile e interrotto alla vigilia dell'inizio della stagione, poi ripreso a ottobre e di nuovo bloccato per il mare grosso. Ripascimento morbido anche su un tratto della costa di Ponente dove una draga sta aspirando la sabbia alla foce del Tevere per portarla sugli arenili demaniali di Ostia.

«Sono tutti interventi tampone aggiunge Muzzarelli questo deve essere chiaro. Sono utili ad affrontare l'inverno, ma non il futuro del mare di Ostia e della sua economia basata soprattutto sul turismo». Secondo i balneari, infatti, occorre già adesso organizzare un tavolo con la Regione Lazio, il Comune di Roma, il X Municipio e tutti gli operatori coinvolti per decidere interventi strutturali e definitivi. I concessionari, in realtà, li hanno già individuati e proposti più volte.

«È necessario replicare i lavori realizzati 30 anni fa sulla costa centrale dicono i titolari dei lidi che hanno salvato le spiagge e numerose attività. Una serie di barriere sommerse e chiuse che hanno frenato la potenza distruttrice del mare ed evitare l'erosione. A distanza di tempo le strutture hanno retto, evitato crolli, perdita di posti di lavoro e garantito servizi ai turisti». L'idea è quella di rispolverare, adeguare, attualizzare e completare il progetto di Leopoldo Franco (docente di ingegneria costiera e portuale ndr) e metterlo in atto nel più breve tempo possibile».

Il piano prevedeva la realizzazione di otto o nove pennelli ortogonali alla linea di costa a forma di T con barriere sommerse piuttosto ampie. Escavatori al lavoro da ieri mattina anche al Canale dei Pescatori di nuovo insabbiato dopo le mareggiate di novembre. Su uno è stata montata una pompa meccanica per aspirare la sabbia in eccesso alla foce e gettarla a sinistra del corso d'acqua dove l'altro mezzo la spiana e sistema la spiaggia. Fino al 31 dicembre prossimo la Capitaneria di porto ha interdetto il transito alle imbarcazioni in entrata e in uscita dal Canale. Intanto ieri mattina il presidente e l'assessore al Turismo del X Municipio, Mario Falconi e Antonio Caliendo, hanno fatto un sopralluogo a Levante per rendersi conto della situazione.Moira Di Mario