Monterotondo, sequestrati beni per oltre un milione di euro

EMBED
I Carabinieri della Compagnia di Monterotondo hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro, emesso ai sensi del Codice Antimafia dal Tribunale di Roma - Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, su proposta della Procura della Repubblica di Tivoli, nei confronti di F. B. 42enne di Mentana, con precedenti per reati in materia di stupefacenti. Le indagini patrimoniali, svolte dai Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, sotto la direzione della Procura di Tivoli, hanno consentito di accertare che l’uomo aveva la disponibilità di numerosi beni il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati al fisco, così da presumere la provenienza da attività illecite allo stesso attribuite nel corso degli anni. Nella circostanza, sono stati sottoposti a sequestro: - 13 immobili siti in Fonte Nuova, Mentana, Monterotondo e Tortoreto (TE); - le quote di una società immobiliare di cui il predetto è titolare; - 3 veicoli; - 7 conti correnti e 1 deposito postale. Gli immobili e la società immobiliare da oggi sono sottratti a F.B. e sono gestiti da un amministratore giudiziario che opera sotto la direzione del giudice delegato del Tribunale mis. prev. di Roma. Il sequestro rappresenta un ulteriore risultato di una complessa indagine svolta dai Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, diretta dalla Procura di Tivoli, conclusa il il 2 ottobre del 2018, tra Fonte Nuova, Mentana e Monterotondo, che aveva portato all’arresto complessivamente di 40 persone ed al sequestro di 500 gr di cocaina, di 17.000 euro in contanti e all’esecuzione, lo scorso luglio, di analogo decreto di sequestro di beni per un valore complessivo di € 300.000, nei confronti di D.L. F., 45enne di Mentana, arrestato nel corso della medesima indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Tivoli. Va dato atto ai Carabinieri della Compagnia di Monterotondo della particolare professionalità dimostrata nello svolgimento di indagini patrimoniali, seguendo le indicazioni della Procura di Tivoli che pone al centro della sua azione il sequestro dei beni. Vi è la ferma convinzione che la sottrazione dei patrimoni acquisiti illecitamente consenta di recuperare i beni alla collettività e di dimostrare che “il delitto non paga”.