“Giungla Capitale”, ora arriva lo stop ai giardinieri invalidi

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I rinforzi per lo sgangherato Servizio Giardini del Comune di Roma, d’ora in poi, dovrebbero essere tutti in grado di fronteggiare pini e platani che continuano a venir giù a ritmi mai visti: 700 crolli dal 2016 a oggi. Con l’ultima infornata di dipendenti, le cose non sono andate proprio così: un addetto su tre, come abbiamo raccontato ieri su queste colonne, ha in tasca il certificato d’invalidità. Insomma, non può essere impiegato nelle mansioni fondamentali per arginare gli incidenti record: i giardinieri «inabili» non possono naturalmente salire sulle gru, non possono arrampicarsi sugli alberi, né darci sotto con i macchinari abituali del mestiere. «Al massimo possono svuotare i cestini dei parchi...», raccontano i colleghi sconsolati.

Ora, con la nuova “call” per reclutare altri 100 addetti da qui alla fine del 2020, assicurano dal Campidoglio, arriveranno solo operatori adatti all’incarico, con tanto di prova di abilità e visite mediche. Proprio perché la sfida è decisamente ostica: Roma, la città più verde d’Europa con 44 milioni di metri quadri di ville, giardini e aiuole, si ritrova con quasi 50mila alberi malati o da abbattere, come ha calcolato lo stesso Comune. La sindaca Virginia Raggi ha parlato non a caso di un «piano straordinario di abbattimenti», anche se i fondi per finanziare un’operazione di questa portata sono da trovare.