Davide, ucciso da un ubriaco contromano: aveva deciso di abbandonare lo scooter

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I loro destini si sono incrociati lungo la via Casilina, deserta alle tre e mezzo di ieri mattina. Davide Marasco andava al lavoro: da dieci anni si alzava quando tutti gli altri dormivano per guadagnarsi da vivere come fornaio. Più o meno da quando gli era nato il suo unico figlio. Si spostava in scooter ma sapeva che era pericoloso. Proprio oggi gli avrebbero consegnato l’auto che aveva comprato con tanti sacrifici. La sorte è stata crudele. L’uomo, 32 anni il prossimo 8 giugno, morto praticamente sul colpo, è stato falciato da un immigrato che vagava in auto dopo aver passato l’intera notte a bere. Naim Xhumari, questo il nome del pirata, un albanese, ha centrato Davide tra la Casilina e via Silicella. La vittima procedeva in direzione del centro, chi lo ha ucciso era diretto verso Tor Bella Monaca. Secondo una prima ricostruzione effettuata dalla polizia locale del VI Gruppo l’uomo, un albanese di 49 anni con precedenti di polizia, anziché fermarsi si è lanciato a tutta velocità sulla consolare, sfrecciando contromano sotto il cavalcavia del Gra. Ha quasi centrato un altro automobilista, che dopo una manciata di metri ha notato il corpo di Davide M. e ha chiamato i soccorsi, arrivati dopo pochissimi minuti. Mentre i medici del 118 cercavano di rianimare Davide, gli agenti delle volanti e del commissariato Casilino hanno rintracciato il pirata in via di Giardinetti. Era fermo sulla sua auto con la parte anteriore ridotta a un ammasso di lamiere. È sceso dall’abitacolo e ha aggredito i poliziotti, rifiutandosi di sottoporsi ai test su alcol e droga. Alla fine è stato accompagnato al policlinico di Tor Vergata: sei ore dopo l’incidente aveva ancora un tasso alcolemico superiore ai limiti di legge. Gli investigatori del Commissariato Casilino lo hanno anche denunciato per resistenza a pubblico ufficiale.