Polizia: grande aiuto a investigazioni dalla banca dati Dna

EMBED
Al Palazzo delle Esposizioni di Roma, nell'ambito di una serie di incontri correlati alla mostra «Il Dna: Il grande libro della vita da Mendel alla Genomica», il direttore del Servizio polizia scientifica Luigi Carnevale e il direttore tecnico capo, Alessandra Caglià, biologa, hanno tenuto una conferenza dal titolo «La Banca Dati Nazionale del Dna».

L'introduzione nell'ordinamento italiano, in adesione al Trattato di Prum, di questo importante strumento identificativo rappresenta il coronamento del sempre più determinante ruolo della genetica forense e quindi della biologia applicata al mondo dell'investigazione. L'aumento della sensibilità delle tecniche analitiche ha comportato, infatti, negli anni la possibilità di ottenere profili genetici anche da microtracce da semplice contatto (cellule epiteliali di sfaldamento) e non solo da fluidi biologici (sangue, saliva, liquido seminale) come invece avveniva fino a pochi anni fa.

Ciò ha anche consentito alla Polizia Scientifica di riaprire casi rimasti insoluti per molto tempo, potendo lavorare su reperti non ritenuti all'epoca idonei all'estrazione del Dna: ne è un esempio il recente caso Minghella. A fronte quindi della grande richiesta di questa tipologia di accertamenti tecnici e della sempre più crescente rilevanza degli esiti in sede giudiziaria, è stato necessario adeguare il flusso analitico di laboratorio ed i profili genetici prodotti agli standard qualitativi più elevati.

l rispetto di standard così elevati e certificati da Organismi esterni oltre a conferire maggior peso probatorio in sede processuale ai risultati di laboratorio ottenuti, consente, inoltre, lo scambio dei dati genetici anche con le altre Bdn Dna dei paesi europei collegati attraverso il Trattato di Prum. Nell'occasione sono state illustrate nel dettaglio le varie fasi di lavorazione in laboratorio: dalla estrapolazione, all'archiviazione passando per la comparazione del Dna (
video Davide Fracassi/Ag.Toiati)