Bagno di sangue in Egitto, l'esercito spara sui pro-Morsi

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Drammatica situazione al Cairo: in un Egitto che sembra sull'orlo della guerra civile le forze di polizia hanno assaltato gli accampamenti di protesta dei Fratelli musulmani e sul terreno, dopo scontri violenti, sono rimaste decine di morti. Gli islamisti denunciano una spaventosa strage e parlano di 250 morti, mentre per la polizia il bilancio sarebbe molto più basso. Testimoni internazionali riferiscono di almeno 43 cadaveri. Al di là della guerra delle cifre, resta un Paese spaccato, nel quale i militari si trovano di fronte a scelte cruciali, come spiega Hisham Hellyer del Brookings Institute."Il governo - secondo lo studioso - deve capire che per rendere l'Egitto stabile devono al più presto riformare il ministero dell'Interno e il piano delle riforme deve necessariamente includere, nei limiti della legge, anche la Fratellanza".Nonostante le grandi manifestazioni di massa, però, il professore parla di un sostegno limitato dell'opinione pubblica al movimento di Morsi. "Il pubblico - conclude Hellyer - è decisamente dalla parte dei militari e ha molto poca simpatia per i Fratelli musulmani".Intanto, però, nelle piazze si continua a combattere e a morire e la crisi egiziana non sembra essere prossima a una soluzione