Mazara, il comandante del peschereccio Medinea: «Quanta paura, felice di essere qui»

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A Mazara del Vallo (Trapani) è festa all'arrivo dei pescatori liberati dopo 108 giorni di prigionia in Libia. I pescatori sono arrivati poco dopo le 10, nonostante la forte pioggia che dall'alba di oggi cade sulla zona, a bordo dei due pescherecci 'Antartide' e 'Medinea'. Sul molo del porto ad attenderli i familiari sotto i gazebo montati dalla Capitaneria di porto.

 

Pescatori di Mazara, le immagini della partenza dalla Libia: liberati dopo 108 giorni

«Divisi e tenuti in gabbia al buio»

 

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La sirena

 

Annunciati dalla sirena di una motovedetta sono entrati nel boccaporto del Porto Nuovo di Mazara del Vallo i pescherecci Medinea e Antartide, con a bordo i 18 pescatori sequestrati in Libia e rilasciati lo scorso giovedì dopo 108 giorni di prigionia. Partiti da Bengasi intorno all'una di notte di venerdì, le due imbarcazioni hanno navigato per poco meno di 60 ore. Ad attenderli sulla banchina ci sono i familiari e le autorità. Dopo la visita, che sarà effettuata a bordo da un medico. I marinai si sottoporranno a un doppio tampone nei gazebo allestiti al porto.

 

Negativi i tamponi

 

Sono risultati tutti negativi i 18 tamponi per il Covid fatti sui pescatori rientrati a Mazara del Vallo. I marittimi sono scesi dalle imbarcazioni per eseguire il test anticovid nel gazebo allestito dalla Usca dell'Asp di Trapani. Contestualmente ai tamponi rapidi sono stati eseguiti anche quelli molecolari il cui risultato sarà noto non prima di sei ore.

 

Il ritorno a casa

 

Hanno lasciato il porto di Mazara del Vallo, diretti a casa, i pescatori arrivati stamane da Bengasi. Su auto private, accompagnati dai parenti, i marittimi possono tornare nelle loro abitazioni dopo 110 giorni di attesa (108 di prigionia a cui si sono aggiunte le 48 ore di viaggio).

 

 

 

 

Il comandante: «Trattati malissimo»

 

«Siamo stati trattati malissimo, ma sono felice di essere qui». Lo ha detto Pietro Marrone, comandante del peschereccio Medinea, che uscendo in auto dal porto di Mazara del Vallo ha scambiato due battute coi giornalisti. Un altro dei componenti l'equipaggio, un tunisino, dal finestrino ha detto che «siamo stati per settimane a piedi nudi. Ci hanno trattato molto male».

 

«Hanno sparato in aria, tanto spavento»

 

«Hanno sparato per aria, ci siamo spaventati a morte. Pensavamo di morire». Lo ha detto Onofrio Giacalone, uno dei pescatori liberati uscendo dal porto. «Dormivamo a terra - dice ancora - e abbiamo avuto tanta paura».

 

Ultima cena a bordo offerta dalla Marina Militare

 

Ultima cena sui pescherecci, ieri sera, prima dell'approdo a Mazara del Vallo (Trapani) previsto per questa mattina alle 10 per i 18 pescatori liberati giovedì in Libia. La cena è stata offerta dalla Marina Militare e dall'equipaggio della nave «Carlo Margottini» che scorta da due giorni i due pescherecci. Insieme con la cena è arrivato anche un biglietto con su scritto 'Bentornati a casa'.

 

Tofalo: «Finalmente a casa»

 

«Sono finalmente giunti nel porto siciliano i nostri pescatori di Mazara del Vallo. È un momento di immensa gioia per tutta l'Italia. È l'ora di mettere da parte ogni polemica e unirsi alla felicità dei familiari che ora potranno riabbracciare i propri cari e trascorrere con loro, in serenità, le prossime festività. Di questo dobbiamo riconoscere il grande lavoro della Presidenza del Consiglio, del Ministero degli Affari Esteri, dei Servizi di informazione per la sicurezza che hanno lavorato in silenzio e con grande professionalità per riportare a casa i nostri concittadini». Lo scrive in una nota il Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo.

 

 

 

 

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