Ucraina, il bunker di Kiev della onlus Soleterre dove i bimbi malati di cancro si rifugiano

EMBED

Li hanno portati via nella notte con le loro famiglie perché Kiev, ormai, è diventata una città «troppo pericolosa», soprattutto per loro. Sono 4 bambini malati di tumore, ma altri ne seguiranno, per i quali le cure erano diventate a rischio a causa dell'escalation di violenza nella capitale dell'Ucraina. Li hanno trasferiti nella città di Ternopil, ad ovest, dove c'è un ospedale che potrà accoglierli e proprio in questa città la Ong Soleterre sta allestendo un centro di accoglienza perché si teme, a breve, l'arrivo di un'ondata di persone in fuga dalla capitale. E intanto, già si registrano le prime carenze di farmaci negli ospedali.

A dare voce al dramma di questi piccoli pazienti oncologici è proprio la Ong Fondazione Soleterre, che lavora in Ucraina dal 2003 garantendo assistenza ai bambini malati di tumore e supportando una Casa di accoglienza a Kiev, la Dacha. Dalla Dacha i primi 4 pazienti sono stati evacuati la scorsa notte, ma altri bimbi malati ed in condizioni più gravi sono rimasti bloccati a Kiev perché non trasportabili: 25 all'Istituto per il cancro e 20 all'Istituto di neurochirurgia.

La situazione, affermano da Soleterre, è grave ed è stato necessario trasferire 15 piccoli - le cui condizioni sono particolarmente delicate e che non possono assolutamente interrompere le cure - in un "bunker" sotterraneo dell'Istituto per il cancro. La speranza è che lì posano essere maggiormente al sicuro. I bambini con patologie oncologiche, racconta Natalia Onipko, presidentessa della Fondazione Zaporouka, l'organizzazione gemella di Soleterre che gestisce la Dacha, «stanno affrontando due guerre: quella contro il cancro e contro l'invasione russa. Sono stremati, alcuni hanno già vissuto questi traumi nel 2014». Kiev, afferma, «non è più sicura, i bombardamenti proseguono e la sicurezza dei nostri pazienti è a rischio. Il seminterrato della nostra Dacha, è troppo precario, i bambini sono impauriti e la nostra priorità è metterli in salvo e continuare le loro cure salvavita».

Ed in vista di un peggioramento della situazione, Soleterre sta collaborando con l'ospedale di Ternopil per attrezzare una struttura di accoglienza: «Nelle prossime ore prevediamo infatti un esodo da Kiev verso Ovest e mancano già i medicinali. Abbiamo bisogno della solidarietà di tutti, non ci lasciate da soli», è l'appello di Natalia Onipko. Soleterre è sul posto e sta già supportando garantendo forniture di beni essenziali. Ma il rischio che la carenza di farmaci si aggravi è concreto, e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si è attivata con urgenza: «Continueremo a fornire assistenza sanitaria e a sostenere le persone in tutta l'Ucraina colpite da questa crisi» e a questo scopo sono stati sbloccati 3,5 milioni di dollari di fondi urgenti per l'invio di materiale medico nel Paese, ha annunciato il direttore generale dell'Oms Tedros Ghebreyesus, dicendosi «profondamente preoccupato per la salute del popolo ucraino nell'escalation della crisi» e chiedendo «un accesso duraturo e sicuro per garantire l'assistenza umanitaria». L'ulteriore inasprirsi del conflitto, tuttavia, agli osservatori sul posto sembra a questo punto inevitabile. La Russia, denuncia Natalia Onipko, «sta bombardando tutta l'Ucraina, non c'è differenza con il Donbass, le zone strategiche non esistono più»