«Un artista oggi non deve solo fare arte. Deve anche essere responsabile. Deve vedere e capire cosa sta succedendo nel mondo e avere una certa reazione ad alcuni messaggi. Sono stata la prima artista a rilasciare una dichiarazione a completo sostegno dell'Ucraina a sei ore dall'invasione. Due mesi prima dell'invasione Ucraina ho realizzato un grande progetto per il Babyn Jar perchè Zelensky aveva chiesto di realizzare qualcosa per l'Olocausto del 1943, quando 133mila persone furono uccise,ebrei, nomadi e persone gay, in soli tre giorni. Ho realizzato su un muro molto grande di 40 metri di lunghezza un muro nero con 150 cristalli e questo muro lo chiamo il muro del pianto e della guarigione», le parole di Marina Abramović a Napoli per presentare un'opera dedicata a Callas e che andrà in scena al San Carlo. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev agenziavista.it
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