Tesori della Turchia, la Collina dei Leoni dove si parla italiano e il Castello di Latte

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Servizio di Laura Larcan - Montaggio video Francesco Toiati

C'è un luogo che gli archeologi oggi chiamano «la collina dei leoni dove si parla italiano». E le lingue si fondono davvero ad Arslàntepe, meraviglia della Turchia, riaffiorata dalla terra dell’Anatolia orientale, nella piana di Malatya, in quella porzione di alto Eufrate al confine con la Mesopotamia. Il logo dell’università La Sapienza di Roma spicca all’ingresso del sito che nel 2021 è entrato a far parte del patrimonio riconosciuto dall’Unesco. L’area archeologica che puntella la vasta collina circondata da alberi di albicocche è stata trasformata in un museo a cielo aperto grazie alle decennali campagne di scavo condotte dall’équipe italiana di Marcella Frangipane.

L’importanza del sito, che continua ad essere al centro di indagini e studi, è legato alla scoperta di un autentico sistema urbano con la prima testimonianza al mondo di una società “statale” organizzata intorno a un palazzo pubblico dove si gestiva la concentrazione delle merci prodotte nel territorio. Non altro che la prima testimonianza di potere laico risalente a ben oltre il IV millennio a.C.

Entrare ad Arslantepe significa essere catapultati in un viaggio nel tempo e ritrovarsi a camminare in una cittadella di strade costeggiate da sequenze di ambienti (tra magazzini, cortili e abitazioni) con la sorpresa di scoprire le pitture murali con figure stilizzate dalla forte simbologia evocativa. Come quella inquietante di grandi occhi e i capelli “a fiamme” rosse e nere. Pensare che qui sono state riportate alla luce “le prime spade del mondo”.

Anatolia, terra di civiltà ultramillenarie dove le indagini archeologiche sono in piena attività. Come il caso di Harput che in virtù delle sue scoperte è il nuovo sito candidato al patrimonio Unesco. E' un cantiere di ricerca, studio e valorizzazione, il castello/cittadella di Harput che affonda le radici fin oltre l'VIII secolo avanti Cristo. Si scava e si restaura. Arroccato su su un ripido sperone di roccia, Harput regala un panorama affascinante.

Siamo nella terra di Elazığ, solcata dai fiumi Tigri e Eufrate che hanno dato vita all'acqua della Mesopotamia. Il castello di Harput è anche chiamato Castello del Latte: la storia narra che durante la sua costruzione, per una grave siccità, venisse usato il latte ottenuto dagli animali nutriti in questa terra al posto dell'acqua per preparare la malta L'ultima scoperta è un ambiente sotterraneo: in origine utilizzato come una cisterna poi convertito in prigione. L'importanza del sito è legata soprattutto ad un reperto preziosissimo scoperto nel 2016: una tavola in pietra finemente lavorata a rilievo di 4000 anni fa: su più registri figurati si narrano le cronache di un assedio della fortezza, soldati e guerrieri, divinità mitologiche con ali e artigli d'aquila che reggono un bambino nudo. Indica che Harput fosse un centro di potete politico già nel 2000 prima di Cristo.