Libano, l'ospedale dell'esercito italiano a Beirut

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34 posti per degenti più 3 di terapia intensiva, un gabinetto radiologico, un laboratorio biologico per le analisi, un modulo chirurgico e un laboratorio per i tamponi anti-Covid più una farmacia, un modulo pediatrico e uno chirurgico con due letti operatori: eccolo l'ospedale da campo dell'esercito italiano schierato a Beirut come parte della task force «Emergenza Cedri» e ultima tappa della missione del premier Giuseppe Conte in Libano. L'ospedale è situato nel campus dell'università libanese di Hadath, nella parte Sud della capitale. Sono 180, tra militari, medici, operatori sanitari, personale di manutenzione, le unità che lavoreranno nell'ospedale da campo, dove potranno essere curati, in stretta collaborazione con le autorità sanitarie locali i cittadini di Beirut affetti dai traumi dell'esplosione del 4 agosto. La task force fa seguito agli aiuti italiani messi in campo fin dalle primissime ore successive all'esplosione, quando un convoglio del contingente Unifil, su ordine del generale di brigata Andrea Di Stasio e in coordinazione con il Comando Operativo del Vertice Interforze dello Stato Maggiore della Difesa, è entrato a Beirut per sgomberare via terra i feriti ed estrarre il personale nazionale e dell'Onu dalle macerie. Oltre all'ospedale da campo, la Difesa ha schierato un totale di oltre 500 militari, una nave con elicottero imbarcato e dotato di assetto per trasporto in bio-contenimento, assetti per la rimozione delle macerie, nuclei dedicati al reparto Chimico, Biologico, Radioattivo e Nucleare e un team per la bonifica di ordigni esplosivi