Ucraina, Boris Johnson: «Putin deve ritirarsi»

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Il premier britannico Boris Johnson ha affermato in una conferenza stampa a Varsavia che le prove degli attacchi compiuti dalle truppe del presidente russo Vladimir Putin contro i civili in Ucraina potrebbero essere utilizzate in un eventuale futuro processo all'Aia per crimini di guerra. Dopo aver incontrato il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, il premier britannico ha ribadito il sostegno del Regno Unito a Varsavia, in particolare in ambito umanitario, promettendo l'accoglienza di circa 200 mila rifugiati in arrivo dall'Ucraina in base al piano di Londra per l'asilo ai familiari di cittadini britannici. Nel corso della conferenza stampa a Johnson è stata posta una lunga domanda da una giornalista e attivista ucraina, Daria Kaleniuk, che è anche scoppiata in lacrime chiedendo al primo ministro di introdurre una 'no-fly zonè sull'Ucraina e accusando la Nato di non offrire adeguato sostegno alla popolazione sotto attacco. «La Nato non è disposta a difendere l'Ucraina perché ha paura della terza guerra mondiale - ha detto -, ma è già iniziata e sono i bambini ucraini a subirne le conseguenze». In proposito si era già espresso oggi il vice di Johnson, Dominic Raab, e lo stesso premier nel rispondere a Kaleniuk ha escluso la possibilità di introdurre uno strumento in grado di innescare uno scontro militare diretto fra Mosca e l'Alleanza Atlantica. Il tour del primo ministro nell'est Europa prosegue con la seconda tappa in Estonia