Klimt: l'oro, le donne e il Ritratto ritrovato. La mostra a Palazzo Braschi

EMBED

Servizio di Laura Larcan- Video Francesco Toiati

Donne in oro, pennellate e colori come pietre preziose, uno spirito erotico che aleggia su sguardi bocche e pose, ma anche quell’indole moderna, animata da un realismo crudo che dai ritratti femminili invade i paesaggi. Eccolo Gustav Klimt, artista leggendario dell’epopea secessionista viennese, che agiterà come una febbre la fine dell’Ottocento e l’alba del Novecento. Un portento che viene restituito dalla bella mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia”, dal 27 ottobre al 27 marzo al Museo di Roma a Palazzo Braschi. Una rassegna frutto di una collaborazioni con il Belvedere Museum e la Klimt Foundation che ha garantito una rete di prestiti d’eccezione, con 49 opere complessive di Klimt, su un totale di 200 lavori che intrecciano seguaci e discepoli. Oro, donne, Italia, ma anche mistero, visto che tra le star del percorso spicca il “Ritratto di Signora” del 1916 arrivato dalla Galleria moderna Ricci Oddi di Piacenza, l’opera segnata da una serie incredibile di colpi di scena. Rubata nel 1997 e ritrovate in circostanze incredibili nel 2019. Proprio a Piacenza, la mostra farà tappa dal 5 aprile 2022.