Jago a Palazzo Bonaparte: Pietà, papi, feti spaziali e Veneri (rugose), le creature dello scultore rockstar

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Servizio Laura Larcan. Video Gabrielli/Ag.Toiati

Tecnica, energia, uso delle mani nel plasmare il marmo. Signore e signori, la scultura torna protagonista, ma con Jago la materia si fa performance. Michelangelo è il gigante dell'arte che è stato addirittura scomodato per questo artista rockstar, nato a Frosinone 34 anni fa, ma che ha già conquistato la ribalta internazionale. Grazie anche alla sua capacità da millennial di fare breccia tra i giovani veicolando le immagini delle sue opere sui social. «Jago è riuscito a creare immagini uniche e universali», dice Vittorio Sgarbi. Lo celebra la sua prima grande mostra personale a Roma, dal 12 marzo al 3 luglio, a Palazzo Bonaparte (piazza Venezia), organizzata da Arthemisia con la collaborazione di Maria Teresa Benedetti. Il percorso raccoglie tutte le opere icona tra installazioni e animazioni 3D del giovane talento. Sfilano i Sassi, plasmati come contenitori di vita, il ritratto di papa Benedetto XVI, La Pietà, Il Figlio Velato ispirato al celebre Cristo della Cappella Sansevero a Napoli, the First Baby il feto scolpito e mandato nello spazio con la missione dell'ESA guidata da Luca Palmisano, la Venere lontana dai canoni classici botticelliani, ma rappresentata come donna realmente rugosa e grinzosa. Fino all'apparato circolatorio, installazione tra ceramiche e battito cardiaco.