«Non solo essere un russo vivente, oggi è una colpa, in Italia, anche essere un russo morto. Che quando (Dostoevskij, ndr) era vivo nel 1849 fu condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita». Lo afferma in un passaggio, Paolo Nori, commentando sui social una mail che afferma di aver ricevuto dall'Università Milano Bicocca che cancellerebbe un suo corso su Dostoevskij.
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