Elezioni presidenziali in Congo, l'appello del Papa: «Il clima resti pacifico»

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Si torna a votare nella Repubblica Democratica del Congo. Dopo due anni di rinvii sono stati aperti i seggi per le elezioni presidenziali, tra timori di disordini e brogli. L'attuale capo dello Stato, Joseph Kabila, è in carica dal 2001 e per ben tre volte è riuscito a rimandare il voto per eleggere il suo successore: per il vincitore di queste consultazioni sarebbe la prima presa di potere pacifica dall'indipendenza del Paese, ottenuta nel 1960. I candidati sono 21. Si temono proteste e disordini per una decisione dell'ultimo minuto che ha escluso dal voto circa un milione di persone a causa della grave epidemia di ebola esplosa nell'est della Repubblica democratica del Congo. Nel video uno dei seggi aperti nella capitale Kinshasa e il voto del presidente uscente Kabila e del suo fedelissimo Emmanuel Ramazani Shadary, uno dei candidati alla presidenza.

«Preghiamo insieme per tutti coloro che nella Repubblica Democratica del Congo soffrono a causa della violenza e dell'ebola. Auspico che tutti si impegnino a mantenere un clima pacifico che permetta un regolare e pacifico svolgimento delle elezioni». Lo ha detto papa Francesco all'Angelus. «Preghiamo insieme», ha quindi aggiunto, recitando con i fedeli un'Ave Maria.

«Oggi metteremo fine alla miseria della gente ed alla dittatura di Kabila»: con queste parole Martin Fayulu, candidato della coalizione Lamuka alle presidenziali congolesi, ha espresso la certezza di una vittoria dell'opposizione al voto che viene celebrato oggi nella Repubblica democratica del Congo. Il 62enne Fayulu, che ha votato a Kinshasa, e che durante la campagna elettorale ha riscosso grande successo di pubblico, partecipò in prima persona alle manifestazioni anti-Kabila nel 2016 e 2017.