Il carcere di San Pietro tra misteri, leggende e scoperte: viaggio nel "ventre" del Campidoglio

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Servizio di Laura Larcan - video Paolo Caprioli/Ag.Toiati

San Giuseppe dei Falegnami, gioiello secentesco, incastonato a ridosso del Foro Romano. E il suo tesoro sotterraneo, il Carcere Mamertino, che la tradizione identifica come la prigione dove venne rinchiuso San Pietro sotto l’impero di Nerone, e dove il santo fece sgorgare acqua per battezzare i suoi carcerieri. La storia del carcere di San Pietro inizia con la discesa nelle viscere del Campidoglio. La passerella pensile sfiora murature di oltre duemila anni che regalano un viaggio nel tempo. Uno spettacolo che offre il più antico luogo di detenzione dell’antichità. Qui venivano rinchiusi i nemici dello Stato romano.

Un edificio tanto famoso quanto avvolto da un’aura di mistero. Un volume per la prima volta, curato da Alfonsina Russo direttrice del parco archeologico del Colosseo, e patrizia Fortini, mette insieme tutti dati delle campagne di scavo condotte negli ultimi vent'anni. L’archeologia offre prove alla tradizione cristiana? Quello che è sicuro è che l’edificio venne progettato a partire dal IV secolo a.C. a pianta circolare, con un perfetto sistema ad incastro di grandi blocchi di tufo e peperino. E sul pavimento, le lastre vennero disposte già sagomate intorno ad un foro per lasciar sgorgare acqua. Eppure non c’è condotto idraulico, nè cisterna. Forse una sorgente? è una ipotesi.

Pensare che negli interri è stata trovata un’ampolla di vetro usata per far bere i pellegrini. Certo è che tra il III e II secolo a.C. divenne carcere. La visita regala suggestioni. Gli affreschi con le immagini della Madonna della Misericordia. E le scene con Gesù in trono con i santi Pietro e Paolo. Insomma, San Pietro e il Carcere Mamertino solo fede popolare? Tutto ridotto a leggenda? Il dilemma storico vale tutta la visita.