In cima alla lista per importanza e per popolarità c’è il Cammino di Santiago di Compostela che ancora oggi si percorre esattamente come facevano i viaggiatori secoli addietro. Resta il simbolo di mille anni di storia europea. Poi la Via Francigena, un antico percorso che collegava Canterbury a Roma, ponte tra le culture anglosassone e latina. In questa lista non manca l’itinerario di San Martino di Tours sorta sull’eredità del santo di Amiens, la trans-romanica che va dal Baltico al Mediterraneo, il percorso delle abbazie cluniacensi, i cammini di Sant’Olaf, re di Norvegia, una figura emblematica che risale all’anno Mille; fu dichiarato martire e santo e il sentiero a lui dedicato si snoda lungo la Danimarca, la Svezia e la Norvegia. Poi le strade degli Ugonotti e dei Valdesi tra la Svizzera, il Baden-Wuttenberg e la Francia.
Il Consiglio d’Europa ha censito in tutto 31 itinerari culturali europei da promuovere e da pubblicizzare attraverso l’Enlarged Partial Agreement on Cultural Routes (Epa). Il filo rosso che lega questi itinerari è il riferimento ai diritti dell’uomo, alla democrazia, allo stato di diritto, al dialogo e allo scambio interculturale. Il debutto ufficiale del programma risale al 1987, con la certificazione del primo itinerario, i Cammini di Santiago di Compostela. Negli anni successivi sono stati riconosciuti altri 30 itinerari.
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