Minorca, l'isola no stress: cosa fare, vedere e mangiare in un weekend lungo nella perla delle Baleari

Non solo mare. Le esperienze da non perdere fra sapori del territorio, archeologia, arte e trekking

Cala Galdana Minorca
di Maria Serena Patriarca
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Domenica 23 Aprile 2023, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 14:39

Non solo mare e movida: se quello che cercate è una vacanza antistress, anche solo per un weekend lungo, l’isola di Minorca è davvero un tesoro tutto da scoprire. La più vicina geograficamente all’Italia fra le Baleari, e la meno battuta dalle ondate del turismo di massa, Minorca fa del suo “splendido isolamento” la propria carta vincente in termini di accoglienza e di sostenibilità. Dichiarata Riserva Mondiale della Biosfera da parte dell’Unesco nel 1993, questa perla delle Baleari si è anche aggiudicata il titolo di Regione Europea della Gastronomia nel 2022, ed è dunque la meta ideale per un viaggio all’insegna della qualità enogastronomica e delle bellezze naturali incontaminate, nonché un vero museo all’aria aperta, con un patrimonio archeologico ricco e unico nel suo genere, che diventa il richiamo culturale per un turismo destagionalizzato, da fruire in tutti i mesi dell’anno. Il patrimonio delle imponenti testimonianze della Civiltà Talaiotica (più di 1400 monumenti preistorici diffusi sul territorio) potrebbe presto diventare Patrimonio dell’Umanità, e questo è un obiettivo a cui l’amministrazione dell’Isola sta lavorando con dedizione (https://www.spain.info/it/natura/riserva-biosfera-minorca/).

Sostenibilità e Turismo Slow per vivere esperienze multisensoriali fra mare e terra

Icona del turismo “slow” in Spagna, Minorca sembra sospesa nel tempo, in un melting pot di culture ed influenze artistiche che risentono delle varie dominazioni che si sono avvicendate sull’isola nel tempo, pirati e corsari compresi. Passeggiare per i vicoli di Maò o Ciutadella, fare trekking lungo la costa, andare a cavallo o in mountain bike nell’entroterra, praticare yoga all’ombra del patio di una “finca” in campagna, sedersi a tavola per condividere il cibo locale, sono tutte esperienze da vivere senza fretta. La Sostenibilità è una vera mission dell’isola, dove la consapevolezza dell’equilibrio fra contesto naturale e patrimonio culturale e umano è forte, gli hotel plastic free sono una realtà consolidata e c’è una particolare attenzione ai prodotti del territorio, spesso coltivati con le tecniche della permacultura. Con i suoi colori, gli aromi della macchia mediterranea, il cinguettìo dei suoi uccelli, lo scorrere dell’acqua nelle fontane, Minorca è davvero un’isola da sperimentare a livello multisensoriale. Durante la stagione estiva ci sono voli diretti da Roma Fiumicino (dal 2 giugno al 3 settembre, con ITA Airways, Neos, Ryanair), da Milano (Malpensa, dal 28 maggio al 28 ottobre con Neos o Easyjet, e Linate, dal 3 giugno al 30 settembre, con ITA Airways) e da Bergamo. Nel resto dell’anno si può fare invece scalo a Madrid, per poi prendere il volo per Minorca. L’isola si visita facilmente noleggiando un’auto con prezzi molto accessibili, o con i mezzi pubblici, e tenendo conto che la sua lunghezza è di soli 53 km si presta anche ad un break per un weekend lungo (www.menorca.es).

Minorca misteriosa: benvenuti nella Stonehenge del Mediterraneo

Se immaginate Minorca solo come un insieme di calette e spiagge da favola, in cui godere di un mare dai colori caraibici, cambiate idea. Quest’isola è molto di più, e per viverla a 360 gradi vi consigliamo di visitarla nei mesi più miti dove, complice il clima non troppo caldo, potrete dedicarvi ad esplorare, con visite guidate o individualmente, maestosi siti megalitici che testimoniano, in sole due isole in tutto il Mediterraneo (Minorca e Maiorca) l’eredità di una misteriosa civiltà, quella Talaiotica, che ancora è avvolta, in gran parte, nel mistero. Il nome “talaiotica” deriva dai Talaiot (le costruzioni a forma di torre, in pietra), che sono ben 300 nella sola isola di Minorca. Consigliamo una tappa alla Taula de Trepucò e alla Naveta des Tudons, due fra i siti “icona” della civiltà che si sviluppò in queste isole fra l’Età del Bronzo e l’Età del Ferro, e che poi andò ad esaurirsi dopo la conquista romana.

La Minorca Talaiotica ci parla di antichi riti funerari, e non solo, legati alla simbologia del Toro, al fuoco, alle cerimonie iniziatiche, a libagioni con il vino e le spezie aromatiche. Il simbolo a T delle “Taula” è ancora oggi non identificato a pieno, forse legato alla simbologia dell’animale sacro Toro o alla rappresentazione di un colossale portale per accedere al mondo spirituale. “Unica al Mondo” è lo slogan per rappresentare la candidatura di Minorca Talaiotica a Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Per comprendere più a fondo la Civiltà Talaiotica consigliamo una visita al Museo di Minorca, a Mahòn (www.museudemenorca.com).

Vivere da “menorchino” per un giorno: dall’esperienza dell’apicoltura alla preparazione della maionese artigianale

Minorca non è solo da “vedere”, ma è anche da sperimentare. Grazie all’ingegno delle organizzazioni locali è possibile, anche in pochi giorni di soggiorno, una full immersion nelle attività tipiche della popolazione dell’isola, che si tramandano da generazioni (per info scrivere a visita@sacooperativa.com). Volete fare gli apicoltori per un giorno? Nella “finca” (la tipica azienda agricola) di Kike Andreu, presidente dell’Associazione degli Apicoltori di Minorca vicino al paesino di Sant Climent, indosserete le tute bianche con il copricapo a protezione delle api, e potrete vivere in maniera davvero ravvicinata la conoscenza delle arnie e di come questi operosi insetti realizzano il miele. Se invece volete conoscere il segreto della vera maionese artigianale (questa salsa è originaria proprio della Capitale Maò) potete fare rotta sull’hotel rurale Sant Joan De Binissaida, un’antica “finca menorchina” oggi riconvertita in agriturismo deluxe in 12 ettari di terreno, dove si produce olio d’oliva e dove lo chef vi mostrerà come preparare la vera maionese (imparentata con la salsa aglioli, la maionese si compone di olio, tuorli d’uovo, sale e aceto o succo di limone), che poi può essere aromatizzata ai capperi, al miele, ai peperoni. Se desiderate soggiornare qui, sappiate che una suite è ricavata dall’antica cappella dei signori del casale, e dormirete con un autentico altare barocco in camera. Ma gli itinerari gourmet non finiscono qui: si va dalle degustazioni del vino in vigna alla visita alla fabbrica del Gin, divenuto uno dei simboli dell’isola nel mondo, fino alla preparazione del formaggio tipico artigianale (“queso artesano”, che si fa come da antica tradizione con una pezza di cotone, e non con la classica forma). Il formaggio di Mahon dop è amato in tutta la Spagna e non solo.

Shopping artigianale e tappe golose fra Maò e Ciutadella

Due i centri principali dell’isola, e distano circa un’ora di auto l’uno dall’altro: la Capitale, Maò, dove si trova anche l’aeroporto, e Ciutadella de Menorca. Per i patiti di shopping un vero “must to buy” sono i sandali chiamati “avarcas”, ovvero le calzature minorchine in pelle, che hanno un’origine contadina (la suola era ricavata in origine dalle gomme delle prime automobili) e oggi sono diventate un accessorio trendy in tutte le declinazioni dei colori, sia per donna sia per uomo e bambino. Se Ciutadella, con le sue palazzine signorili, ha un delizioso porticciolo, il porto di Maò è invece il porto naturale più lungo d’Europa. In entrambe le cittadine si possono trovare indirizzi golosi per veri gourmet. A Ciutadella consigliamo il ristorante slow food della chef Silvia Anglada (www.estastdenasilvia.com) dove ogni pietanza è rigorosamente a km zero, ed è bandita qualsiasi contaminazione industriale (Coca Cola compresa), all’insegna di una cucina naturale con ingredienti del territorio e di stagione, dove in questo periodo trionfano carciofi, fave, menta, fragole, pescato del giorno. A Maò, per una cena romantica al lume di candela in un contesto chic Decò, la tappa ideale è il ristorante del boutique Hotel Ses Bruixes, dove mangiare in atmosfera Liberty dal sapore minorchino d’antan. I tipici piatti dell’Isola? La Caldereta, o zuppa di aragosta (la preferita del re Juan Carlos), la zuppa di granchio di mare con lumache di terra, i calamari alla menorchina (con salsa di mandorle), l’arroz de la terra (simile nell’aspetto al cous cous, anche se non lo è), le crocchette di gamberi e los uevos rotos (classico piatto spagnolo con uova e patatine fritte). E per brindare potete provare la birra menorchina, molto aromatica. Dulcis in fundo? La marmellata di zucca, il Pastisset, caratteristico pasticcino friabile, o la Coca Bamba (Ensiamada de Sant Joan), dolce caratteristico che si richiama al culto di San Giovanni, molto sentito nell’isola, tanto che il 23 e il 24 giugno è festa grande, con un tripudio di cavalieri, nel territorio di Ciutadella.

Trekking e escursioni via mare: dal Camì de Cavalls al Labirinto della Cava Lithica, fino all’Isla del Rey

Minorca, meta molto amata anche dal turismo green. Il Camì de Cavalls è il cammino che percorre tutta la costa dell’isola, per un torale di 185 km divisi in 20 sezioni. Ovviamente si può scegliere di percorrerne solo una parte: una delle passeggiate più suggestive, di facile livello ma da percorrere comunque con scarpe da trekking, è il tratto che va da Cala Galdana a Cala Mitjana, in un trionfo di fiori (specialmente in primavera), pinete, e scorci paesaggistici di intensa bellezza, specialmente per il colore turchese del mare come si può ammirare dal punto belvedere che affaccia su Cala Galdana. Mettete in agenda anche una visita all’antica cava di pietra calcarea Lithica Pedreres de S’Hostal, con il suo gigantesco labirinto di pietra e il labirinto verde del giardino di piante aromatiche e officinali, un fresco angolo dal mood “zen”, da gustare in silenzio. Da non perdere l’escursione di mezza giornata alla Isla del Rey, l’isolotto che fronteggia il porto di Maò, che si raggiunge comodamente in 10 minuti di battello dalla città. Una volta arrivati sull’Isola, dominata dall’antico ospedale, si tocca subito con mano ciò che significa il concetto di riqualificazione: un tempo regno del degrado in cui era caduto l’antico “lazzaretto”, grazie alla Fundaciò Hospital Isla del Rey oggi l’ospedale si visita e conserva la memoria dell’evoluzione della scienza medica e farmaceutica in quelle che erano le sale destinate ai malati. Gli amanti dell’arte contemporanea non potranno perdere, proprio sull’Isla del Rey, la visita della galleria d’arte Hauser & Wirth, dove espongono, con installazioni anche audiovisive, alcuni dei rappresentanti più interessanti del panorama artistico contemporaneo internazionale.

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