City break ad Aarhus: “la città danese dei sorrisi” da vedere, da fare e da mangiare

Viaggio al Nord tra ponti che non finiscono mai, rooftop mozzafiato, villaggi d’altri tempi, ostelli di design e antiche miniere per stagionare il formaggio

Aarhus, Salling rooftop (foto Frame and Work)
di Sabrina Quartieri
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Martedì 20 Settembre 2022, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 13:31

Una passerella che ricorda un arcobaleno, per ammirare dall’alto la città filtrata da lenti colorate; delle scalinate sospese e dei balconi con il pavimento trasparente, per un drink in uno dei rooftop più belli d’Europa; un museo vivente per immergersi nel lifestyle del passato; ma anche una miniera di calcare dove si stagiona un formaggio molto speciale e, ancora, un ristorante stellato nel waterfront, per un assaggio panoramico della acclamata e sostenibile gastronomia nordica. È il meglio da vivere ad Aarhus, “la città danese dei sorrisi” e seconda, per dimensioni, alla capitale Copenaghen. Una località intraprendente e dinamica, a partire dalla scena culinaria, come racconta un frequentatissimo Food Festival di fine estate. È l’appuntamento per foodie più importante della Danimarca, dove si incontrano produttori locali, scienziati, accademici e persino una curiosa cuoca del villaggio di Ribe, che riporta in vita le tradizioni vichinghe, recuperando e lavorando gli ingredienti di una volta. Ospitata sulla costa orientale della penisola dello Jutland, Aarhus è, per la sua atmosfera, un inno all’hygge, il modo di vivere felice alla danese e prospera come destinazione eco-friendly, tanto che nel 2021 si è classificata terza nel mondo secondo il Global Destination Sustainability movement. Ancora, la sua “special vibe” di città giovane e universitaria ma a misura d’uomo, dove tutto è raggiungibile comodamente a piedi (o in bicicletta), la rende ideale per un city break al Nord. 

Il lifestyle del passato in un museo vivente, il formaggio stagionato in una miniera di calcare e la cena stellata sul waterfront: Aarhus da vedere, da fare e da mangiare 

Da una parte c’è il centro storico antico, solcato dai canali e ancora intatto, legato attraverso delle strade acciottolate dalle case variopinte, al vivace Quartiere Latino dall’atmosfera bohémien. Dall’altra ci sono i rooftop e gli spazi museali dalle architetture avveniristiche. È il volto eclettico di Aarhus, città danese dai tanti contrasti scenici che conquista, con il suo spirito vibrante, quei viaggiatori amanti dell’autenticità che non si fermano alle sole visite nelle capitali. Basta una fuga di tre giorni per esplorarla, spingendosi anche nei dintorni, fino al vicino Lake district vocato all’outdoor. 

1. Aarhus da vedere tra villaggi antichi e architetture contemporanee

Quando comincia un nuovo anno scolastico, per qualche giorno ad Aarhus si continua a respirare aria vacanziera, nonostante sia già settembre. È la musica a rendere gioiosa l’atmosfera in città, con le sue piazze, al mattino, che risuonano di canti melodiosi della Skrallebang!, uno spettacolo per bambini che ricorda le fiabe della Walt Disney. La sera, invece, a intrattenere i giovani universitari ci pensano le live band contemporanee e gli stand della birra. Nel mentre, il Food festival più grande della Scandinavia delizia per tre giorni i palati attenti alla sostenibilità nella zona di Tangkrogen, un parco sulla baia che accoglie ogni anno 30mila visitatori. Ma nella rinomata località danese dello Jutland questa frizzante vivacità si vive tutto l’anno ed è la prima cosa che si percepisce una volta arrivati. Dopo essersi procurati la AarhusCARD, per usufruire gratuitamente dei trasporti in tutta la regione e dell’accesso libero in oltre 40 attrazioni, questa piacevole “vibe” è lo sfondo di un tour “fai da te” alla scoperta di un luogo che mescola alla perfezione passato e presente. Non si può non partire dal futuristico museo d’arte ARoS, con la sua passerella circolare sul tetto (Your Rainbow Panorama dell’artista danese-islandese Olafur Eliasson), dalla quale si ha una panoramica a 360° gradi sulla città filtrata da pareti colorate che ricordano l’arcobaleno. La Danimarca d’altri tempi è, invece, a Den Gamle By, dove si passeggia tra antiche dimore e botteghe del lungo periodo che va dai primi del Novecento agli anni ’70, mentre si incontrano personaggi di allora vestiti in abiti d’epoca. Ecco che, prima o dopo, ci si ferma a scambiare quattro chiacchiere con la moglie del fornaio o col cocchiere, poi si entra dalla modista o nel negozio di saponi. Per delle compere più moderne, ad Aarhus si va da Salling, il grande store di brand di qualità, rinomato per il suo spettacolare rooftop: qui l’aperitivo è con musica e all’aperto, seduti su delle scale che sembrano sospese o affacciati da un adrenalinico balcone con il pavimento trasparente. Audace nella struttura ma meno vertiginoso nelle altezze, The Infinity Bridge è invece “Il ponte che non finisce mai”: progettato in mezzo al mare dagli architetti danesi Gjøde & Povlsgaard Arkitekter nell’ambito della Biennale Internazionale Sculpture by the Sea 2015 che si svolge sulla costa di Aarhus, la passerella di legno con 60 metri di diametro a circa due metri dall’acqua regala una romantica passeggiata. 

Your rainbow panorama - Aros - Aarhus (foto Robin Skjoldborg)

2. Aarhus da fare tra soggiorni in un ostello di design e gite fuoriporta

Il pernottamento fuori dall’ordinario, che aggiunge originalità al city break ad Aarhus, è al Book1 del Gruppo Brøchner Hotels che, oltre a essere un ostello di design ricavato in una storica biblioteca, ospita nella hall e nella zona living degli inaspettati e frequentatissimi campi da minigolf. Un’attrazione che consente a chi vi soggiorna di incontrare i locals. I prezzi, qui, sono per tutte le tasche: con poco si dorme nelle camerate, anche da 48 posti letto; spendendo di più, sono disponibili delle stanze da due o da quattro posti, molto semplici ed essenziali, ma con il bagno all’interno. L’alternativa per immergersi nello stile “hyggeligt”, il comfort alla danese, è Villa Provence, mentre l’hotel internazionale dove i décor sposano il design contemporaneo, è il Comwell Aarhus vicino alla stazione dei treni. Lasciata la città per scoprirne i dintorni, il pernottamento da non perdere è il glamping romantico in vigna alla Cold Hand Winery, dove si dorme in un meleto dentro delle grandi barrique di quercia italiane usate in passato per la maturazione della grappa (ma si può anche optare per un caravan americano vintage Airstream). L’azienda vitivinicola è pure la sosta per un wine tasting insolito ma tipico danese: grazie alla passione del titolare Jens Skovgaard Pedersen, qui si degusta il vino con bollicine aromatizzato alla frutta che a San Francisco chiamano “Champagne del nord” e che si ritrova nelle cantine di diversi ristoranti stellati della Danimarca.

Un’eccellenza da dessert al rabarbaro, alla mela o al ribes nero, che ha fatto conquistare al suo proprietario l’invito all’esclusivo Stars du Nord, il Nordic Food Festival che porta in scena in una location mozzafiato della Lapponia grandi chef stellati, produttori di vino e designer danesi, svedesi, norvegesi, finlandesi e islandesi. Ancora più inaspettata è la visita a Mønsted Limestones, la grande miniera di calcare che, in profondità, conserva alla temperatura stabile di otto gradi e per quattro settimane le forme di formaggio Grubeost. Una specialità realizzata col latte di mucca e simile all’Emmenthal, che è particolarmente apprezzata in Germania, primo mercato di esportazione del prodotto. Visitare la cava lunga 60 chilometri – solo in parte percorribili durante dei tour estivi – è un’avventura di per sé, perché i sotterranei si snodano tra rivoli d’acqua, tunnel e grotte dove si sente volare qualche pipistrello. La gita a Silkeborg, nel Lake District, è invece l’occasione per andare al museo-gioiello di Asger Jorn, dove è esposto il dipinto più importante dell’artista dello Jutland: Stalingrad, l’opera sull’inutilità della guerra realizzata in risposta al celebre Guernica di Pablo Picasso. Poi, tra laghi e foreste, ci si immerge infine nella natura con un boat tour (ma solo nel corso della bella stagione) su un’imbarcazione d’epoca a vapore che risale al 1861: l’Hjejlen, il più antico piroscafo a pale alimentato a carbone del mondo, vanta un salotto dagli arredi originali intitolato alla regina Margherita II di Danimarca, dopo aver avuto l’onore di accoglierla per ben due volte. 

Aarhus, Book1 del Gruppo Brøchner Hotels 

3. Aarhus da mangiare tra colazioni alla bakery e cene stellate

Percorrendo Møllestien, la via più deliziosa di Aarhus che, nel distretto di Indre By, si distingue per il pavimento di ciottoli e le case colorate, si accede al Quartiere Latino, dove si trova la nuovissima bakery La Cabra, imperdibile tappa per la colazione, presa d’assalto nelle ore di punta del mattino anche dagli studenti che non hanno molti soldi da spendere in spese extra. Il forno famoso per il pane a lievitazione naturale, è l’indirizzo “must” per acquistare con 30 corone (circa 4 euro) il migliore Kardemomme Snurre della città. La brioche al cardamomo è tipica svedese, ma anche i danesi la comprano e la consumano con un caffè à porter della ormai gloriosa insegna internazionale nata proprio come torrefazione. A farle concorrenza sulla bevanda nera, però, c’è un altro indirizzo ad Aarhus: il pluripremiato Stillers, che lavora i chicchi selezionati dal valente e creativo Søren Stiller Markussen con un macchinario Loring. Il pranzo veloce ma all’insegna della qualità è da Kolo a Godsbanen, un hub creativo in una ex stazione ferroviaria per il trasporto merci. Questo bistrot self service ed eco-friendly prende il nome da “kolonihave”, che significa appezzamento di terreno e propone infatti un menu a base di prodotti verdi e bio che crescono nell’orto. Tra i piatti, sono da non perdere i wrap, accompagnati da vini naturali alla spina (così le bottiglie possono essere riutilizzate). La cena è al Substans, un ristorante panoramico che ha riconfermato la stella Michelin nella Guida Nordica 2022 e che si trova al waterfront nel distretto Aarhus Ø. Pesce e verdure, biologici, di stagione e provenienti anche da produttori locali, sono alla base della cucina semplice dello chef danese Rene Mammen, che con sua moglie Louise porta avanti con entusiasmo questo tempio raffinato del gusto, dove il wine pairing è con i bianchi e i rossi naturali. A rendere la location speciale è la vista dall’alto sulle avveniristiche architetture sul mare, come l’Iceberg. Sorprende lo stile, elegante e raffinato, della mise en place dove si usano materiali naturali come il legno e la pietra, e degli arredi, che ricordano una casa sul mare o anche una dimora degli anni Settanta. L’esperienza gastronomica veg friendly, ma non solo, è invece da Traktørstedet Ludvigslyst nel Lake District, un rilassante ristorante vista lago con il menu a base di ingredienti locali, pane fatto in casa, erbe coltivate nell’orto biologico, miele home made e piatti autentici della chef Kira Provst Hansen. Non lontano, per gli amanti del gin, la visita da non mancare è alla Søhøjlandets Destilleri, dove si degusta dell’ottimo distillato locale profumato alle botaniche dei boschi di zona. 

Aarhus, ristorante Substans
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