Perché questo dato è così preoccupante? Perché comparabile al grado di contaminazione osservato in sedimenti marini e costieri Europei. I campionamenti sono stati realizzati nell'estate del 2018 e i risultati sono stati presentati a Vienna alla conferenza internazionale dell'European Geosciences Union. Nonostante l'ampia diffusione di questa contaminazione, non erano stati ancora condotti studi nelle aree di alta montagna, spiega l'università statale. «Sebbene non sia affatto sorprendente aver riscontrato microplastiche nel sedimento sopraglaciale, estrapolando questi dati, pur con le dovute cautele, abbiamo stimato che la lingua del Ghiacciaio dei Forni, uno dei più importanti apparati glaciali italiani, potrebbe contenere da 131 a 162 milioni di particelle di plastica», spiegano i ricercatori. «L'origine di queste particelle potrebbe essere sia locale, data ad esempio dal rilascio e/o dall'usura di abbigliamento e attrezzatura degli alpinisti ed escursionisti che frequentano il ghiacciaio, sia diffusa, con particelle trasportate da masse d'aria, in questo caso di difficile localizzazione», aggiungono
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