Lockdown Italia, Bocca (Federalberghi): «Meglio ora, a Natale sarebbe il disastro»

Lockdown Italia, Bocca (Federalberghi): «Meglio ora, a Natale sarebbe il disastro»
di Francesco Bisozzi
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Sabato 24 Ottobre 2020, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 07:46

«Meglio mille volte un lockdown a Halloween anziché a Natale». Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, rappresenta una delle categorie più colpite dal Covid e sulla necessità di anticipare la serrata non ha dubbi. A patto però di non ricorrere di nuovo a un lockdown duro e prolungato come quello messo in campo durante la prima ondata. Serve, sostiene Bocca guardando la curva dei contagi, «una serrata graduale», che preveda la chiusura delle attività più a rischio e risparmi quelle fondamentali, oltre che circoscritta nel tempo e coordinata a livello nazionale e possibilmente europeo.

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Perché conviene chiudere ora?
«Gli italiani a dicembre spendono circa 100 miliardi di euro, l'intero Paese rischierebbe il tracollo in caso di lockdown natalizio.

Serve un lockdown subito, ma non generalizzato come quello istituito all'inizio dell'emergenza. Le persone devono continuare ad andare in ufficio. Bisogna bloccare le attività considerate più a rischio e salvaguardare le altre».

È stato calcolato da Confindustria che ogni settimana di lockdown costa al Paese circa tredici miliardi di euro. Oggi quante settimane di serrata possiamo permetterci?
«Serve un lockdown mirato di due settimane. Un mese rischia di rivelarsi eccessivo. Impossibile estenderlo fino alla prossima primavera, quando forse il vaccino sarà diventato una realtà tangibile. Poi è necessario che il nuovo lockdown sia coordinato a livello nazionale ed europeo, altrimenti una volta finito riprenderanno i contagi».


E' sbagliato lasciare la palla a Regioni e Comuni?
«Ripeto, la chiusura per essere efficace deve essere estesa a tutto il Paese e possibilmente a tutta l'Ue. L'Europa deve agire come un solo Paese in questa fase».


Lei rappresenta gli albergatori. Con un lockdown a dicembre in quanti rischieranno il fallimento?
Migliaia. Siamo già vicini al 40% delle strutture chiuse, con un lockdown di Natale si arrenderanno pure gli hotel di montagna, oltre a quelli di città che ora hanno le stanze occupate al 10%, e l'asticella potrebbe salire al 70%».
 

Gli aiuti a pioggia ci salveranno da una nuova serrata?
«C'è bisogno adesso di aiuti selettivi e modulati in base alle perdite. Non è distribuendo mille euro a testa che si risolve la situazione. E da sola la cassa integrazione non basta perché un imprenditore deve fronteggiare una serie di costi che alla lunga fanno affondare la barca. Chi avrà perso oltre il 30% del fatturato andrà aiutato in un modo, chi avrà perso di più in un altro».

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