In un museo, nei ryokan giapponesi o nelle "Case Particular" di Cuba: quando il soggiorno è unico

Nazca, Perù
di Luisa Mosello
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Mercoledì 30 Marzo 2016, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 19:18

Dormire in un museo. Non per caso. Non perché si è rimasti chiusi dentro dopo una visita prolungata. Ma per scelta. Per assaporare fino in fondo l’anima di un luogo, per entrare in diretto contatto con realtà lontane dal proprio quotidiano. Si chiamano viaggi esperienziali, l’ultima tendenza del turismo vissuto appunto come vera esperienza e non come semplice evasione. Ecco allora l’idea lanciata in Perù dal Museo Archeologico Antonini di Nazca che è gestito dal Centro Italiano Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane. E per questo farà sentire doppiamente a casa in un Paese così affascinante ma molto lontano dal nostro.  


«È uno dei musei più belli del Perù, con guide entusiaste che sapranno avvicinare al meglio alla cultura di Nazca- spiega Flavia Mingione consulente responsabile di CartOrange che propone una carrellata di soluzioni inedite per pernottamenti in posti insoliti, tutti da scoprire-.Si può dormire nelle camere confortevoli lasciate libere dai ricercatori ed è da visitare lo splendido giardino botanico, vera oasi nel deserto per piante e animali esotici». Una maniera ad hoc per conoscere da vicino oltre alle meraviglie della civiltà peruviana anche la quotidianità del popolo sudamericana.

«Quando si è in viaggio non c’è niente di meglio di una bella notte di sonno per ritemprarsi dalle fatiche, certo, ma anche questo momento di relax può diventare davvero indimenticabile-continua Mingione-. Dormire immersi nella natura, nel deserto, oppure in un’abitazione tradizionale, magari ospiti di una famiglia locale, o appunto in un museo, come in questo caso è qualcosa che lascerà uno dei ricordi più indelebili del viaggio–. Meglio però non affidarsi al fai da te: rivolgendosi a un consulente per viaggiare si può accompagnare la voglia di insolito con un servizio di altissimo livello, in completo relax».

 

Non solo notti al museo, ma anche nei ryokan giapponesi, nelle barche vietnamite, nelle "Case Particular" di Cuba

Oltre alla proposta (di grande fascino) della notte da passare fra statue e reperti archeologici, ce ne sono molte altre che prevedono sempre il contatto diretto con i luoghi. Dal campo tendato  nel deserto sotto le stelle alla notte sull’acqua nella baia d di Ha Long nel Golfo del Tonchino, in Vietnam, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Dove si vivrà come gli abitanti di questi villaggi di pescatori, immersi in una natura incontaminata. E poi nei ryokan, le case tradizionali giapponesi in legno arredate con tatami e futon o in  quelle particular a Cuba, «cioè una casa privata dove si è ospiti di una famiglia che si occupa di pochissimi turisti alla volta e condivide con loro il proprio stile di vita». E ancora il soggiorno in una fattoria della Nuova Zelanda immersi nella natura, o sullo chalet sull’albero in Sri Lanka dove c’è la Heritance Tea Factory, ex fabbrica di tè 2.000m di altitudine, fra piantagioni e cascate da mille e una, anzi più notti.

Poi in Albania, ad Argirocastro, chiamata “la città di pietra”, si può dormire nelle kule, le case-torri ottomane. In Uzbekistan si può passare la notte in una madrasa, antica scuola coranica oggi riconvertita in hotel. E in Portogallo alloggiare nelle caratteristiche pousadas per immergersi nella cultura locale. «Se vivere come la popolazione locale è l’esperienza più autentica che si possa fare in ogni viaggio, allora dormire ne rappresenta il momento più intenso» assicura Flavia Mingione 

 Per saperne di più e per cucire addosso una vacanza che calzi a pennello con il proprio modo di essere si possono contattare i consulenti esperienziali visitando il sito www.cartorange.com. 

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