Mauritius dream: l'isola dell'armonia e della pace

Pieds dans l'eau Lux Belle Mare
di Sabrina Quartieri
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Sabato 16 Gennaio 2016, 14:27 - Ultimo aggiornamento: 21:54

L’aria profuma di gardenia, frangipane e ylang ylang; la sensazione che si respira è di pace, armonia e amore: a Mauritius l’ospitalità è sacra, verso i turisti, oggi, ma ancora prima nei confronti di tutte le popolazioni che, nel tempo, si sono trasferite su questa isola paradisiaca dell’Oceano Indiano, ad est del Madagascar. A partire dagli arabi, che le hanno dato il nome di “Dinarobin”, per il colore argenteo di un eden che vedevano dal mare. Ancora, gli olandesi, i francesi e gli inglesi, che hanno dato a Mauritius un’impronta coloniale; i tantissimi indiani, “invitati” a trasferirsi sull’isola, con la promessa che avrebbero trovato l'oro e che sarebbero tornati a casa dopo pochi mesi.

In realtà, ad attenderli c’erano le piantagioni di canna da zucchero, che avevano bisogno di braccianti. Era il triste tempo della schiavitù. Una sorte condivisa anche dagli africani, che oggi formano l’etnia creola. E poi, come ovunque ormai, ci sono i cinesi, arrivati sull’isola in cerca di prosperità, e i musulmani. Ma nonostante questo potpourri di popoli, i mauriziani sanno vivere uno accanto all’altro, e con grande orgoglio si sentono parte di una nazione. Il clima che si respira è quello di un angolo di mondo molto sicuro.

La vacanza a Mauritius comincia la mattina con la colazione “pieds dans l’eau”: seduti ad un tavolo nell’acqua cristallina, si assaggiano i frutti esotici, dai litchi, al mango, fino alla papaia. Un’esperienza unica, resa ancora più speciale dal percorso che dalla stanza porta fino alla spiaggia, dove ad attendere gli ospiti ci sono le noci di cocco appena aperte, le salviette all’ylang ylang per le mani e una boccetta profumata per rinfrescarsi il volto, per via delle alte temperature già al mattino presto. L’ospitalità del Lux Belle Mare (http://www.luxresorts.com/en/hotel-mauritius/luxbellemare) è unica: il sogno accompagna i clienti per tutto il soggiorno, che si trascorre tra il mare, di un colore azzurro dalle mille sfumature, e le tante attività a disposizione, come il divertente corso di lingua creola, dove si impara ad usare i numeri al posto delle parole: con il 4 si intende la morte, con il 22 la toilette e con il 35 la fidanzata. Oppure si può partecipare al “rhum tasting” nel chiosco del resort. Per un pranzo veloce all’insegna dello street food, da non perdere invece la tappa gourmet in spiaggia tra le palme nell’angolino riservato del “Rolls Royce Food truck” e, subito dopo, il “Cold Drip”, il caffè freddo del Lux café, di ottima qualità e tostato direttamente nel retrobottega del bar.

Difficile uscire dal resort, che offre anche una bellissima spa, ma andare in bici fino al villaggio dei pescatori di Trou d’eau douce è un’occasione interessante per vedere come sull’isola si può anche fare una vacanza all’insegna del risparmio: sono tante le stanze sul mare che si possono affittare da privati, e si trovano molti ristorantini dove mangiare bene, magari sulla spiaggia, senza spendere cifre assurde. Imperdibile, per gli amanti del golf, una giornata all’Ile aux Cerfs (http://www.ileauxcerfsgolfclub.com/#discover-the-ile-aux-cerfs-golf-club), un piccolo angolo di paradiso che si raggiunge in barca da Point Maurice, dotato di un campo con 18 buche, una spiaggia privata e locali esclusivi dove pranzare. A Belle Mare, molti hotel offrono nel pacchetto del soggiorno anche l’ingresso quotidiano a Ile aux Cerfs, come il Long Beach (http://www.longbeachmauritius.com), moderno e dinamico, con un centro sportivo ben attrezzato e una piscina che sembra finire in mare: l’infinity pool è riservata esclusivamente alle coppie.

Da est, spostandosi verso nordovest, in direzione The Oberoi, un resort da mille e una notte a Turtle Bay Pointe aux Piments (http://www.oberoihotels.com/hotels-in-mauritius/), si fa tappa al Pamplemousse Botanic Gardens, per imparare, al seguito di una guida, a riconoscere fiori, piante e spezie locali. Come il palmito, il mogano, la canfora, il baobab e ancora, il jack fruit, la palma reale simbolo di Cuba, l’arocaria, la bouganville, la lingua della suocera (per le sue foglie ruvide), la palma a zampa d’elefante, quella “a rossetto”, l’albero salsiccia e delle quattro spezie, con le foglie che contengono noce moscata, pepe, cannella e chiodi di garofano. Al giardino botanico sono due gli spettacoli di rara bellezza: la fontana dei fiori di loto, sacri a Buddha, e la ninfea gigante, detta anche “Regina Vittoria”. A pranzo non c’è niente di meglio che unire la garanzia di una cucina di un grande chef alla visita di un’elegante casa coloniale: siamo a Chateau de Labourdonnais (http://chateaulabourdonnais.com/en/mauritius-garden.html), un castello del XIX secolo immerso in una natura rigogliosa un tempo sede di un’azienda che produceva canna da zucchero.

Dopo un tour nella casa coloniale, ricca di arredi preziosi, dalle porcellane cinesi, ai lampadari di Baccarat, ci si siede a tavola al ristorante del giardino, La Table du Château, per assaggiare i raffinati piatti dello chef italiano Fabio De Poli, come la gustosissima insalata di cuore di cocco con avocado e gamberi, il filetto di pesce grigliato, accompagnato da puree del frutto del pane al miele di Rodrigues e, ancora, lo zabaione alla vaniglia con gelato al rum e biscotto ai semi tostati. Prima di approdare al resort The Oberoi, gli appassionati di modellismo non devono perdere il piccolo museo gioiello di Goodlands: l’Historic Marine (http://www.historic-marine.com), oltre ad ospitare un interessante spazio espositivo, vanta un laboratorio artigianale di qualità, che produce a mano barche da collezione: se un piccolo Amerigo Vespucci si compra a 2.800 euro, il grande lo si paga 4.200 euro; così, il Riva di 85 cm ha un prezzo di 750 euro, mentre quello da un metro e 50 viene circa 2.800 euro. Per gli ordini dall’estero, la spesa del trasporto (compresa la garanzia sul prodotto) va da un minimo di cento euro ad un massimo di 400.

Finalmente si arriva a The Oberoi, un resort capace di stregare, per la cortesia del personale, rigorosamente in abiti indiani e l’atmosfera romantica di un ambiente di classe e riservato: il giardino e i vicoli profumano di ylang ylang, e la sera diventano ancora più magici grazie alle fiaccole disseminate ovunque; particolarissima la piscina della struttura, che sembra ricavata dentro un tempio buddhista che raggiunge l’acqua del mare. Dopo un bagno caldo tra i fiori di frangipane nella vasca da bagno della stanza, il romanticismo continua in un angolino della spiaggia sotto un cielo stellato indimenticabile: è la zona chiamata “on the rocks”, dove si cena degustando un’ottima grigliata di pesce. In questa parte di Mauritius le giornate scorrono velocemente: prima di partire alla scoperta delle tante anime della zona, a colazione bisogna assolutamente ordinare il delicatissimo yogurt all’aloe vera. Tra le escursioni da provare, c’è la giornata in catamarano per fare snorkeling sulla barriera corallina di Coin de Mire o Ile Plate (https://www.croisieres-australes.com). A Port Louis, la capitale, è divertente addentrarsi tra i banchi del mercato di frutta e verdura per fotografare i coloratissimi e variegati prodotti esposti; se invece si è a caccia di souvenir, basta raggiungere il centro commerciale Caudan Waterfront, per acquistare stecche di vaniglia, olio di ylang ylang e borse di paglia fatte a mano.

Procedendo verso sud stavolta, in direzione Dinarobin hotel golf & spa nella spettacolare penisola di Le Morne, si può visitare un’altra casa coloniale, la Maison Eureka (http://www.maisoneureka.com), e fermarsi a pranzo nel ristorante della residenza. Un’occasione ghiotta per assaggiare l’autentica cucina creola, a base di salsa chili e riso, e dove non manca mai dell’ottimo pollo al curry. La prima cosa che colpisce al Dinarobin (http://www.beachcomber-hotels.com/hotel/dinarobin-hotel-golf-spa) è l’immensa piscina, stretta tra un fantastico tratto di mare e un’imponente montagna che domina la penisola di Le Morne. Il Dinarobin e il vicino Paradis offrono a chi soggiorna nelle due strutture l’incredibile opportunità di muoversi liberamente al loro interno, e così la vacanza raddoppia in termini di spa e ristoranti, otto in tutto. L'area wellness della struttura è un tempio sacro del relax, e dopo una giornata di sole e mare, sono tanti i trattamenti da provare per rigenerarsi. Poi, all’ora di cena (ma anche a pranzo), ad attendervi c’è il delizioso ristorante sulla spiaggia che propone un menu à la carte. La domenica sera, invece, questo splendido angolino offre un imperdibile buffet tipico creolo, in compagnia dei ritmi del séga, la travolgente musica tradizionale dell’isola (per chi si trova a Mauritius a fine novembre, c’è un appuntamento a cui vale davvero la pena di partecipare, il “Festival internasional Kreol”, capace di coinvolgere ben 100mila persone appassionate di séga).

Partendo dal Dinarobin, con meno di un’ora di automobile, si raggiunge Bois Cheri (http://www.saintaubin.mu/larouteduthe/fr/bois_cheri.aspx). Qui si visita la famosissima piantagione del tè dell'isola e si fa un tour all'interno della fabbrica. Si continua poi verso il Grand Bassin, il lago sacro degli induisti. Si narra che Shiva, in viaggio verso l’India per portare il Gange, avendo notato questo incredibile paradiso terrestre, abbia deciso di versare qui una goccia del fiume sacro. Interessante la tappa a La Rhumerie de Chamarel (http://www.rhumeriedechamarel.com), per vedere gli alambicchi e degustare il rum alla vaniglia, fortemente afrodisiaco. Infine, arriva la sosta più spettacolare di Mauritius: a Chamarel coloured earths ci si ritrova di fronte ad una distesa di terra che si compone, incredibilmente, di ben sette colori. Per informazioni sull’isola, contattare MTPA – Ente del Turismo Isola di Mauritius c/o Aigo (tel. 02 45077511; fax. 02 6692648; email a info@mauritius.aigo it). In Italia il volo diretto per Mauritius è operato unicamente da Meridiana: https://www.meridiana.it/home/index/it/. Il servizio è disponibile sia da Milano Malpensa, che da Roma Fiumicino, passando per Milano. Il tempo di volo medio è di 11 ore.
 

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