Cina, la montagna incantata: viaggio nei luoghi sacri di Wudang

Cina, la montagna incantata: viaggio nei luoghi sacri di Wudang
di Stefano Ardito
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Lunedì 26 Maggio 2014, 18:27 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 13:57
WUDANG - Agli imperatori della Cina piacciono le imprese titaniche. Sei secoli fa, nel 1412, l’imperatore Yongle, della dinastia Ming, ordinò a duecentomila tra operai, artigiani e soldati di trasferirsi sulle montagne del Wudang. Un massiccio lontano da Pechino, ma accessibile dalle antiche capitali di Xi’an, Luòyang e Nanchino. E che per milioni di cinesi, da secoli, era già un luogo sacro.



Su quei picchi dalle forme bizzarre, rivestiti dalla foresta tropicale e spesso nascosti da fitta nebbia (la parola Wu significa questo), gli uomini inviati da Yongle crearono in dodici anni di lavoro un paesaggio unico al mondo. Tra rocce, valli e boschi sorsero nove palazzi, nove templi, trentasei conventi taoisti, settantadue santuari rupestri. E un centinaio tra porte monumentali e ponti, necessari per scavalcare torrenti e burroni.



Oggi quel paesaggio, naturale ma plasmato dall’uomo, c’è ancora. E offre al viaggiatore in cerca di una Cina autentica una meta di eccezionale fascino. Ogni giorno migliaia di turisti e pellegrini, in grande maggioranza cinesi (molti i sudcoreani, rari americani ed europei), salgono in bus dalla città di Wudang fino ai piedi dei monti.



IL MONOLITE

Si alzano rapidamente di quota su una cabinovia di fabbricazione austriaca, proseguono a piedi per dei viottoli selciati che lasciano il posto all’improvviso a dalle scalinate faticose e ripide. Sui percorsi sono edifici affascinanti come il Palazzo della Parete Meridionale, e il Palazzo Proibito, con i suoi tetti di maioliche verdi. E il Palazzo sulla Roccia (Cliff Palace) da cui si protende nel vuoto la Testa del Drago, un monolite decorato da eleganti rilievi dove i fedeli bruciano candele e incenso.



Sulla cima più alta, a 1612 metri di quota, attende il Palazzo d’Oro, un santuario dal tetto di bronzo dorato che offre, se la nebbia lo permette, un panorama vastissimo. Da qui i picchi, le pareti e i pini affacciati sull’abisso formano la più classica immagine tramandata dalle stampe cinesi.



LE ISCRIZIONI

Una parte dei visitatori si raccoglie in preghiera, brucia incenso all’ingresso dei templi, lascia nei boschi delle strisce di stoffa rossa con iscrizioni sacre. Molti sostano nei chioschi che vendono tè, bibite, cibo e souvenir. Tutti, fuori e dentro i templi, si mettono in posa per fotografarsi e filmarsi con macchine fotografiche, telecamere, cellulari e tablet. Ma la Cina, terra di storia e di fede molto antiche, è anche la terra della tecnologia che dilaga.



Ai tempi dell’imperatore Yongle, in realtà, i monti Wudang erano frequentati come luogo di culto da un millennio. Su queste “montagne di Dio” analoghe al Sinai, alla Majella e al Monte Athos, i primi luoghi di culto sono sorti sotto le dinastie Sui (587-618) e Tang (618-907). Quassù, secondo la tradizione, il Taoismo divenne una religione sofisticata e complessa.



IL CIELO DI PORPORA

I templi del Cielo di Porpora e dei Cinque Draghi furono eretti nel 1116 sotto la dinastia Song, e devastati nel Duecento. Dopo gli interventi di Yongle, che lasciò cinquecento soldati di presidio, la storia ricorda un lungo elenco di crolli, abbandoni e ricostruzioni. Mezzo secolo fa, durante la Rivoluzione Culturale, i religiosi furono cacciati e i luoghi di culto chiusi.



La rinascita è iniziata negli anni Ottanta, nel 1994 i Monti Wudang sono entrati nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, oggi nei templi vivono circa duecento religiosi. L’itinerario che conduce fin qui, accessibile a visitatori avventurosi, inizia dalla brutta ed enorme città di Wuhan, a un’ora e mezza di volo da Shangai e da Pechino, e utilizza le scorrevoli autostrade del nuovo boom economico cinese.



I massicci edifici (alberghi, negozi di souvenir, ristoranti) costruiti alla base dei monti seguono la logica dello sfruttamento intensivo, oltrepassati il cemento e l’asfalto i paesaggi e gli edifici antichi offrono grandi emozioni. Chi, invece di proseguire verso Xi’an e le Tre Gole, vuole scoprire il vero spirito di queste montagne può avvicinarsi al Tai chi, la ginnastica legata alle arti marziali che ha anche un significato filosofico e religioso.



Una scuola opera sulla montagna, l’altra nella città di Wudang accanto al palazzo di Yu Xu, che fu a partire dal 1412 il quartier generale dei lavori ordinati da Yongle. I corsi durano da pochi giorni a qualche mese. I discepoli, occidentali o cinesi, seguono il loro percorso senza badare ai bus, alle foto e alla curiosità dei turisti. Anche a Wudang, la Cina ha molti volti diversi.
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