La strenua lotta delle vittime di padre Maciel, il pedofilo che getta ombre su Wojtyla e sul Vaticano

La strenua lotta delle vittime di padre Maciel, il pedofilo che getta ombre su Wojtyla e sul Vaticano
di Franca Giansoldati
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Venerdì 27 Novembre 2020, 10:31 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 22:42

Città del Vaticano - Il cerchio si sta stringendo in Messico sugli insabbiatori del caso più sconvolgente della Chiesa degli ultimi secoli, quello relativo ai crimini commessi da padre Maciel Marcial Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, ritenuto responsabile di decine di abusi, di una vita doppia, di corruzione, di riduzione in schiavitù di tanti suoi membri. Un uomo che ha potuto agire indisturbato per anni perchè amico di Papa Wojtyla e di molti cardinali e, anche per questo, ritenuto al di sopra di ogni sospetto.

Fu punito da Papa Ratzinger solo nel 2006, quando Maciel era ormai ottuagenario e malato di cancro, ma non fu mai sottoposto ad un processo, nè è stato mai ridotto allo stato laicale.

Un caso tabù che il Vaticano ha sempre cercato di minimizzare e mettere in un angolo se non fosse per la battaglia strenua e coraggiosa di tante vittime che nel mondo chiedono giustizia e una commissione di inchiesta indipendente, un po' come è stato fatto per il caso McCarrick (anche se il rapporto sull'ex cardinale pedofilo non è stata elaborata da una commissione indipendente).

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Mercoledì la Corte suprema del Messico ha concesso un'ingiunzione all'ex sacerdote Alberto Athié, una delle prime vittime di Maciel. Inizialmente gli era stato negato l'accesso agli atti relativi alle indagini sulla sua denuncia del 2017 contro il cardinale Norberto Rivera - ex arcivescovo di Città del Messico e amico di Maciel - per aver presumibilmente coperto 15 sacerdoti pedofili.


Athié ha riferito all'Associated Press che l'Alta Corte ora dovrà decidere se l'indagine contro il cardinale è legata a gravi violazioni dei diritti umani o a possibili crimini contro l'umanità, che sono crimini non soggetti a prescrizione.

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L'abuso sessuale ripetuto di bambini è considerato un reato grave, ma Athié spera che la Corte possa pronunciarsi tenendo conto di una questione così delicata come l'insabbiamento dei pedofili da parte delle più alte cariche della Chiesa cattolica.


Nel dicembre 2016, il cardinale Rivera, ora in pensione, ha dichiarato pubblicamente di essere a conoscenza di 15 casi di sacerdoti pedofili. Secondo le indagini di Athié, di tutti quei casi, solo uno aveva un'indagine aperta, così l'ex religioso si è mosso per denunciare Rivera.

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All'inizio di quest'anno, il Vaticano aveva deciso di inviare due investigatori anziani in Messico per raccogliere dati e testimonianze sulla pedofilia nel secondo Paese cattolico più popoloso del mondo, che da anni accumula accuse di abusi e insabbiamenti da parte dei sacerdoti. Tuttavia, la missione è stata annullata a causa dell'emergenza causata dalla pandemia. Non è stato reso ancora pubblico quando potrebbe essere ripresa l'indagine.

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