Le foto del vescovo-sindaco (che ha insabbiato abusi) diventano un caso, la grana in Vaticano

Le foto del vescovo-sindaco (che ha insabbiato abusi) diventano un caso, la grana in Vaticano
di Franca Giansoldati
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Martedì 29 Giugno 2021, 13:59

Città del Vaticano – Alla guida di un auto decappottabile, con il cane nel sedile posteriore, un crocifisso che penzola dallo specchietto retrovisore e il gesto benedicente. La prima foto dell'ex arcivescovo di Danzica, monsignor Leszek Slavoj Glodz, ora nei panni di primo cittadino eletto a larga maggioranza in un piccolo paesino della Polonia, sta facendo il giro del mondo. La foto del vescovo-sindaco è diventata virale. Un'altra immagine, stavolta presa da un drone, mostra la sua nuova casa a Piaski, nel nord est del Paese. Una bella e comoda villa, probabilmente molto meglio dell'antico arcivescovado di Danzica dove finora ha risieduto l'arcivescovo prima di essere sollevato dall'incarico e punito dal Vaticano per avere gestito male alcune denunce di abusi di preti della sua diocesi. 

Il Vaticano punisce vescovo polacco per aver coperto abusi, lui si candida a sindaco e viene eletto

<h2>L'indagine</h2>

Mentre si sta avviando a conclusione l'indagine affidata dal Papa al cardinale Angelo Bagnasco per fare luce sulle supposte coperture ai preti pedofili in Polonia, il caso del vescovo-sindaco sta facendo discutere.

Ammonito dal Papa a non partecipare più ad alcuna celebrazione liturgica in pubblico l'arcivescovo - che ha sempre negato con forza ogni addebito -  ha accettato la candidatura a sindaco in barba al Codice di diritto canonico che vieta assolutamente ai vescovi di ricoprire cariche pubbliche statali. Una situazione di fatto incompatibile con il suo status ecclesiale. Per Roma un'altra grana da risolvere anche se per l'ordinamento polacco il clero gode degli stessi diritti dei cittadini laici, quindi può prendere parte attiva alla vita politica. Limitare questo diritto sarebbe una violazione della Costituzione della Repubblica di Polonia e degli accordi internazionali ratificati. 

Il caso di Glodz fa tornare alla mente la scomunica comminata a suo tempo – nel 2008 - ad un altro vescovo, Fernando Lugo che in Paraguay si mise alla guida di una coalizione di centro-sinistra e venne eletto presidente sbaragliando la blindatissima candidata del partito Colorado (di centro-destra). L'ex vescovo – nel frattempo sospeso a divinis dal Vaticano - aveva ottenuto il 40,82% mentre Blanca Ovelar si era fermata al 30,72%.  

La Congregazione dei Vescovi - all'epoca era guidata dal cardinale Re - dovette intervenire subito con la sospensione “a divinis”. Nella lettera ufficiale inviata al vescovo si leggeva: «Considerando la sua intenzione a non rinunciare all’incarico espressa il giorno di Natale, con sincero dolore compio il mio dovere infliggendo a Sua eccellenza, la pena della sospensione ‘a divinis’, proibendole anche di esercitare tutte le funzioni inerenti all’ufficio episcopale».

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