Città del Vaticano – Si fa sempre più grottesco il caso dell'arcivescovo polacco Slawoj Leszek Glodz: dimissionato dal Papa perché accusato da alcune vittime di avere coperto casi di abusi sessuali da parte di sacerdoti della sua diocesi, per tutta risposta il prelato si è candidato a sindaco in un piccolo paesino vincendo a man bassa la tornata elettorale. Naturalmente causando sconcerto a Roma, visto che per il diritto canonico non sarebbe possibile per un vescovo (anche se in pensione) avere cariche pubbliche. Al contrario in Polonia, invece, la legge consente ai preti di poter essere democraticamente eletti. L'ultima puntata della saga del vescovo-sindaco – caso unico in tutta Europa - riguarda le sue ricchezze, il cui ammontare è stato diffuso dai giornali polacchi che hanno iniziato a scavare e a fare le pulci ai conti correnti e alle proprietà del prelato.
Dai registri catastali in cui appare il nome dell'arcivescovo in pensione risulta che di recente abbia venduto un appartamento nel centro di Varsavia, ricavando un discreto gruzzolo.
Il palazzo, scrivono i giornali, è difficile da non notare. Un cancello in ferro battuto, archi ornati sopra i picchetti. Grandi porte, un portico sostenuto da colonne. Davanti al palazzo ci sono le bandiere polacca, papale (bianca e gialla) e mariana (bianca e blu). Sopra la porta nell'ala un po' più piccola e modesta del palazzo è appesa una targa con il logo NFZ. Oltre a essere la sua abitazione è anche la sede della Caritas di Białystok. Fu comprato dall'arcivescovo nel 2006 per 60 mila zloty, ora vale tra 6 e 8 milioni di zloty (circa un milione e mezzo di euro). Sicuramente un grande affare.