Il vescovo di Lugano Valerio Lazzari lascia la diocesi a 59 anni: «Troppo gravato dal peso burocratico»

Il vescovo Lazzeri durante la conferenza stampa a Lugano
di Franca Giansoldati
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Martedì 11 Ottobre 2022, 10:05

Città del Vaticano – Burnout, stress eccessivo e così il vescovo di Lugano è “scoppiato”: ieri Papa Francesco ha accettato le sue dimissioni. Valerio Lazzeri lascia così (a soli 59 anni) l'incarico che ricopriva dal 2013. Naturalmente la Sala Stampa della Santa Sede, in una dichiarazione stringata, non ha approfondito né offerto ragioni sulle possibili cause delle dimissioni anticipate. IN genere i vescovi vanno in pensione a 75 anni suonati, ma stavolta tutto insolitamente in anticipo non ha a che fare con i soliti motivi legati a scandali finanziari, a sfondo sessuale o morale. Già il portale kath.ch aveva riportato venerdì scorso le voci di dimissioni di Lazzeri, aggiungendo che di recente diversi problemi legati alla sua salute lo avevano minato. Prima il coronavirus tanto che anche l'anno scorso era risultato assente alla visita ad limina dei vescovi svizzeri a Roma, proprio per motivi di salute.

Durante la conferenza stampa di lunedì pomeriggio, Lazzeri ha commentato le sue dimissioni dicendo che pe rlui non è proprio facile parlare di sé. «La sincerità e la totale trasparenza mi obbligano a dirvi che, soprattutto negli ultimi due anni, è cresciuta in me una stanchezza interiore che mi ha tolto progressivamente lo slancio e la serenità necessari per guidare la Chiesa di Lugano», ha proseguito Lazzeri. «Gli aspetti pubblici, la rappresentanza, la gestione finanziaria e amministrativa, sono diventati per me insopportabili, nonostante la preziosa presenza di collaboratori ai quali va il mio ringraziamento.»Quello che ha descritto è un quadro di impegni eccessivi al punto da avere innescato una reazione psicologica. Insomma burn out. «La necessità di rappresentare un'autorità ha messo sotto pressione il modo più spontaneo e naturale con cui mi relaziono con le persone. Ho sempre fatto del mio meglio per non sottrarmi alle mie responsabilità di vescovo, ma la tensione e la pressione costante mi hanno portato ad allontanarmi sempre più interiormente da ciò che sono».

«Ve lo dico a cuore aperto: non posso più immaginare di essere nella posizione che ho cercato di mantenere fino ad ora», ha detto il vescovo. «Per questo motivo, dopo una lunga riflessione, ho ritenuto necessario, per il bene della diocesi e di tutto il popolo, rimettere nelle mani del Santo Padre il mandato che mi aveva affidato a suo tempo.

Rattristato dall'inconveniente, dalla sofferenza, dalla delusione, ma anche rassicurato dal fatto che in coscienza non posso fare altrimenti, oso contare sulla vostra comprensione, sul vostro affetto e sulla vostra vicinanza. Vi chiedo di continuare a pregare per me, io lo farò per voi» ha aggiunto.

Il tema della burocratizzazione e del peso amministrativo che grava sul vescovo, al punto da spegnere spesso l'entusiasmo pastorale in tanti pastori, è stato al centro di diverse riflessioni in Vaticano. Controlli, supervisione nei bilanci, attenzione alle procedure amministrative e legislative, rendiconti da redigere periodicamente con l'aiuto di esperti esterni, consigli di amministrazione di fondazioni che si vanno ad aggiungere ai consigli diocesani di natura pastorale rendono l'agenda quotidiana di un vescovo un percorso faticoso, spesso nelle diocesi più grandi. Lazzeri non è il primo vescovo che decide di lasciare il ministero per ritirarsi, privilegiando ruoli spirituali con minore responsabilità.

Alcuni anni fa una inchiesta fatta dall'Unione delle Superiori Generali, l'organismo che raggruppa gli istituti religiosi femminili a livello mondiale, ha fatto emergere un fenomeno analogo che dilaga anche tra le suore. Sono sempre di più le religiose che devono ricorrere al sostegno psicologico perchè colpite da «burnout», la sindrome da stress da lavoro.

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