Ddl Zan, guai annunciati per vescovi e cardinali se solo leggono il Catechismo della Chiesa

Ddl Zan, guai annunciati per vescovi e cardinali se solo leggono il Catechismo della Chiesa
di Franca Giansoldati
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Martedì 4 Maggio 2021, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 04:55

Altro che libertà. Per un parroco potrebbe essere sufficiente una frase tratta dal Catechismo della Chiesa cattolica per finire nei guai mentre predica in chiesa: «Gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Oppure ancora: gli atti omosessuali «sono contrari alla legge naturale, precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati». 

In tre precisi punti il Catechismo cesella con minuzia la grande questione della omosessualità. La formulazione, così come è stata stabilita in base al Magistero, potrebbe effettivamente costare cara a preti, vescovi, sacerdoti durante la loro predicazione se solo dovesse essere approvato il ddl Zan, così come è all'esame del Parlamento. 

L'omosessualità per la Chiesa - L’idea di fondo per la Chiesa è che questi atti non siano in armonia col disegno creatore di Dio. La domanda che corre in questi giorni alla Cei e in Vaticano è cosa succederà se durante una omelia un religioso dovesse ripetere a memoria questi princìpi cattolici o, addirittura, recitare per intero le parti del Catechismo interessate.

Ecco quali sono:

2357 - « L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso.

Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati.  Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati»

2358 - «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione».

2359 - «Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana».

Il ddl Zan - In questi giorni un comunicato della Cei ha ribadito che occorre cambiare il testo del ddl Zan. «Una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna. In questi mesi sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative».

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