Vaticano premia il giurista (di religione ebraica) che ha difeso in Europa la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche

Vaticano premia il giurista (di religione ebraica) che ha difeso in Europa la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche
di Franca Giansoldati
3 Minuti di Lettura
Venerdì 7 Ottobre 2022, 13:07

Città del Vaticano – Il prestigioso premio Ratzinger di quest'anno va al giurista internazionale Joseph H. H. Weiler: fu lui a difendere l'Italia nella causa sul crocifisso nelle scuole. Di religione ebraica, Weiler è stato anche presidente dell'Istituto Universitario Europeo di Firenze nonché autore di molte opere di diritto costituzionale, internazionale, europeo e sui diritti umani. Il premio della Fondazione vaticana verrà consegnato da papa Francesco il prossimo primo dicembre nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. 

La scelta di premiare Weiler appare indicativa ed emblematica visto che in molti paesi europei, tra cui la Germania, vi erano stati persino prelati che negli anni passati (come per esempio il cardinale Marx) si mostrarono piuttosto scettici all'obbligo della esposizione di simboli religiosi in luoghi pubblici come fu introdotto in Baviera anni addietro.

Weiler ha sempre affermato nelle corti che la religione pur essendo un affare privato non impone a nessuno Stato europeo di sposare la cosiddetta laicitè, e aveva citato a sostegno il caso inglese dove il Capo dello stato è anche capo della Chiesa, dove i leader religiosi sono anche membri d’ufficio del Legislativo, e dove l’Inno nazionale è una preghiera a Dio di salvare il Monarca, e di concedere lui la vittoria e la gloria. 

Sul caso italiano Weiler disse che un crocefisso sul muro poteva essere percepito come coercitivo anche se dipendeva semmai dal programma svolto in classe di contestualizzare e insegnare al bambino la tolleranza e il pluralismo. «Potrebbero anche esserci altre soluzioni, come mostrare simboli di più religioni, o trovare altri modi educativi appropriati per veicolare il messaggio del pluralismo».

Date le diversità dell’Europa su questo punto - è il suo ragionamento - non ci può essere una soluzione che sia calzante per ogni Paese membro, per ogni classe e per ogni situazione. C’è semmai bisogno di tenere conto della realtà politica e sociale dei diversi luoghi, della demografia, della storia e delle sensibilità dei genitori. «Però, la Francia con il crocefisso sul muro non è più Francia.

L’Italia, senza, non è più l’Italia.Così l’Inghilterra senza God Save the Queen».

© RIPRODUZIONE RISERVATA