Diventa beato in Guatemala padre Maruzzo, l'italiano che morì come Romero

Diventa beato in Guatemala padre Maruzzo, l'italiano che morì come Romero
di Franca Giansoldati
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Sabato 27 Ottobre 2018, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 21:44
 Città del Vaticano – Il missionario francescano italiano Tullio Maruzzo sarà proclamato beato in Guatemala dove fu ucciso bel 1981 dai guerriglieri che proteggevano gli interessi dei latifondisti durante il sanguinoso regime militare. La promozione umana dei contadini attuata dalla Chiesa cattolica nell’orizzonte dell’evangelizzazione era malvista dai ricchi latifondisti conniventi con il potere. Una vicenda, quella di padre Tullio Marrazzo che ricorda molto l’uccisione di Oscar Arnulfo Romero. Anche Marrazzo, vicentino di Lapio, era accusato dal regime di essere un rivoltoso comunista mentre, invece, difendeva solo i diritti umani alla luce del Vangelo.
 
Padre Tullio, al secolo Marcello, nacque a Lapio, il 23 luglio 1929. Ebbe un fratello gemello, Daniele, che come lui seguì la vocazione francescana, sacerdotale e missionaria. Nel 1939 i due furono accolti tra gli aspiranti del collegio dei frati minori di Chiampo. Frequentarono il noviziato nel 1946 e professarono i voti solenni il 15 luglio 1951. Furono ordinati sacerdoti il 21 giugno 1953 dal patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, poi divenuto Papa Giovanni XXIII.

Padre Tullio, dopo una prima esperienza di apostolato a Venezia, aderì al progetto missionario che i francescani del Veneto avevano avviato in centroamerica e nel 1960 partì alla volta del Guatemala. In questo territorio, tra difficoltà di ogni genere e vie di comunicazione estremamente difficoltose, ampliò l’azione missionaria non limitandosi alla sola amministrazione dei sacramenti e alle opere caritative. La sofferenza dei poveri contadini che venivano espropriati delle terre da loro stessi bonificate, per l’avidità di pochi, era divenuta infatti per molti sacerdoti, religiosi e catechisti un’emergenza nell’opera di evangelizzazione. Attraverso la predicazione e il rapporto personale padre Tullio si prodigò per illuminare le coscienze e riaffermare con chiarezza i diritti della giustizia secondo i dettami evangelici. Di conseguenza fu giudicato un sovversivo e fu diffidato di svolgere  l’azione pastorale nei villaggi. Nel 1980 mentre tornava in parrocchia bloccato e fatto scendere a forza, e ucciso a colpi di pistola. Con lui morì il catechista indigeno Luis Obdulio Arroyo Navarro. A beatificarlo in Guatemala Papa Francesco ha inviato il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
 
 
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