Vaticano, una montagna di sabbia da Jesolo a San Pietro per scolpire un maxi presepe

Vaticano, una montagna di sabbia da Jesolo a San Pietro per scolpire un maxi presepe
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 14 Novembre 2018, 11:36
Città del Vaticano - Quando i primi tre autotreni provenienti da Jesolo, carichi di sabbia, hanno cominciato a scaricare vicino all’obelisco, davanti alla basilica di san Pietro, una quantità impressionante di rena dolomitica che ha iniziato ad assumere una gigantesca sagoma. Man mano che altra sabbia si accumulava il cumulo cresceva. Al primo autotreno si è accodato il secondo e poi il terzo, mentre la montagna diventava sempre più imponente. Stamattina altri camion hanno depositato altra sabbia sotto lo sguardo stupefatto di comitive di giapponesi e altri turisti incuriositi da queste insolite consegne mattutine, per un totale di 35 tonnellate ciascuna di terriccio. Le consegne di sabbia andranno avanti anche domani. Nel frattempo una squadra di 10 operai ha preso servizio nel cantiere cintato da una staccionata alta tre metri, quanto basta per non fare vedere le operazioni che si svolgono all’interno del recinto.

E’ lì che un escavatore e una pala meccanica hanno cominciato a spostare la sabbia dentro una maxi gabbia di legno che darà forma a una piramide. Alla fine di tutto questo lavorìo le assi che contengono la sabbia compattata e bagnata daranno vita a una piramide alta oltre 5 metri, larga 15 e lunga 8 metri. «Solo a questo punto la gabbia di legno verrà tolta e avremo una enorme muro sul quale inizieranno a lavorare gli scultori» spiega Massimo Ambrosin, responsabile della realizzazione del primo presepe di sabbia in Vaticano, una opera mastodontica e spettacolare che il comune di Jesolo ha voluto donare a Papa Francesco per fare conoscere al grande pubblico la tradizione dei presepi di sabbia, una manifestazione natalizia nata 16 anni fa sulle spiagge venete che attira ogni anno 100 mila visitatori da tutto il mondo.

Scolpire il bassorilievo della natività non sarà così semplice, viste le dimensioni, ma dalla prossima settimana si metteranno al lavoro quattro scultori provenienti dagli Stati Uniti, dalla Russia, dall’Olanda e dalla Repubblica Ceca - Lya Filimontsen, Susanne Ruseler, Richard Varano e Rodovan Ziuny - che si ispireranno all’estro michelangiolesco, lavorando di scalpello su un enorme impalcatura, protetta da una tettoia in caso di pioggia. Dovranno terminare il lavoro il 7 dicembre per permettere l’inaugurazione del presepe e dell’albero di Natale che quest’anno proviene dal Friuli, da una delle zone devastate dal maltempo. 
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